Alfano: «Il Fvg frontiera strategica non ci distrarremo»
TRIESTE. Vigilanza più serrata e l’impiego dell’Esercito sui confini a partire da martedì. La fase due, che scatta dopo le indicazioni di Bruxelles, è operativa. «Per salvare Schengen, che noi vogliamo tutelare, dobbiamo rafforzare i controlli alle frontiere esterne (dell’Europa, ndr) con una verifica dei passaporti più efficace e un controllo di polizia ancora più severo». Lo ha ribadito il ministro dell’Interno Angelino Alfano, a Trieste per un vertice su immigrazione e sicurezza, in chiave antiterrorismo. Non un binomio, certo, ma il nesso «non si può escludere», aveva già detto il ministro anticipando i temi sul tavolo di ieri. Ora il Fvg con i suoi confini è l’osservato speciale dell’intelligence governativa. Nel pomeriggio il responsabile del Viminale ha incontrato in Prefettura, oltre al prefetto e alle forze dell’ordine, la presidente della Regione Debora Serracchiani, il sindaco Roberto Cosolini e la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. «Se presidieremo meglio la frontiera esterna potremo gestire meglio la circolazione interna – assicura Alfano – potremo meglio affermare che la circolazione è libera come Schengen vuole ma è anche più sicura».
Sono 90 i militari che saranno dispiegati lungo i confini. Personale già di stanza qui. «È uno sforzo significativo – evidenzia il ministro – se servirà faremo di più perché questa per noi è una frontiera strategica e certo non ci distrarremo dai rischi che possono venire da qui. Però non siamo in una situazione di emergenza, bensì di pieno controllo, anche se dobbiamo tenerci pronti a possibili evoluzioni che dipendono dalle variabili internazionali». Questo è un territorio con reati in calo, ripete il ministro al termine del faccia a faccia con le forze dell’ordine, anche se ciò «non ci fa dire che tutto va bene». Quanto a un’eventuale procedura di infrazione Ue per la mancata applicazione delle norme sul rilevamento delle impronte digitali, «non è una cosa ragionevole», ribadisce il ministro.
Il prefetto Francesca Adelaide Garufi conferma invece l’attenzione del governo sui flussi migratori lungo le frontiere: «Siamo la regione più esposta e quindi ulteriori arrivi saranno affrontati in modo più incisivo. Il ministero sarà accanto al territorio laddove emergessero particolari esigenze». Serracchiani riceve garanzie sui piani dei trasferimenti fuori regione dei profughi che approdano in Fvg ed evidenzia come l’Italia in sede Ue abbia posto alcune richieste, fra le quali quella di estendere anche agli afghani la possibilità di essere riallocati negli altri Paesi Ue. «In regione si sta lavorando sugli hub regionali – aggiunge la governatrice – e nelle prossime settimane inizieremo ad avere risposte un po' più di sistema». Più vigilanza, ancora, nei siti ritenuti più sensibili, come il Porto di Trieste e il terminal Siot, puntualizza la governatrice a riunione conclusa: «Direi che stiamo gestendo il problema con grande attenzione». Anche sul fronte dell’accoglienza, quella “diffusa”, sottolinea Cosolini.
Ma i passaggi dal capoluogo verso altre destinazioni devono essere «più consistenti e rapidi». Perché, avverte il sindaco, «in caso in cui ciò non avvenisse, ed è successo spesso anche in questi giorni, le presenze dei richiedenti asilo a Trieste sono troppo elevate e non risultano più gestibili con gli strumenti e gli spazi a disposizione. Avere 700 persone, numero comunque triplo della media italiana e ben superiore alle media regionale – chiosa il sindaco – e vedere continuamente riempirsi il Silos, dopo che a fatica lo si è vuotato, non è sostenibile».
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