Alex Britti accende il blues al Molo IV

In 1500 al concerto del cantautore romano con le sue hit in versione acustica
TRIESTE
Il mare è più blues quando suona Alex Britti, che sul Molo IV al Bavifestival, manifestazione musicale legata alla 15.esima edizione della Bavisela, ieri sera ha regalato emozioni al folto pubblico - 1500 persone, in piedi e seduti - accorso per ascoltare il cantautore romano e lasciarsi incantare dalla sua nuova vena intimista, esaltata dall’arrangiamento acustico di tutti i maggiori successi che caratterizza l’Mtv Unplugged Tour, format internazionale di Mtv Network che ha visto incidere in versione «senza spina» e priva di orpelli elettrici ed elettronici artisti come i Nirvana, Eric Clapton, Alicia Keys e i Police. Il concerto ha richiamato un pubblico eterogeneo, vario tante quante sono le facce stilistiche del poliedrico chitarrista, il quale bagna di una salsa pop una vena cantautorale che pesca nel suo passato blues e nell’amore per il jazz.


E l’inizio, alle 21.15, a dispetto del titolo del brano con cui esordisce è tutt’altro che «Gelido»: Alex Britti siede sullo sgabello, capelli cortissimi, camicia nera e jeans, e parte con un assolo. Quella per la musica è una passione che Alex, coltiva fin «Da piccolo». Brani come «Una su 1.000.000» o «La Vita Sognata» acquistano grande fascino nella versione unplugged. A colorare di emozioni e musica ci pensano lui e la sua chitarra, che ammanta di magia le vecchie costruzioni del porto. «Polvere di marmo». L’ambientazione del Molo IV, con il palco che guarda sul mare - ventilata come una possibile sede dei prossimi eventi estivi - conferisce un particolare pathos alla serata. Il feeling con gli ottimi musicisti - Luca Trolli, (batteria) Emanuele Brignola, (basso acustico e contrabbasso) Luca Scorziello, (percussioni) Stefano Sastro (piano e organo) e le due coriste Gabriella Scalise e Rosy Messina – è palpabile come «Le Cose Che Ci Uniscono». La tecnica chitarristica di Britti lascia stupefatti: maneggia la sei corde muovendosi acrobaticamente come un funambolo tra blues, rock e jazz. «Prendere O Lasciare» è la didascalia della sua bravura, batte le dita sulla chitarra e sucita il primo boato. Una cartolina da «Milano», singolo che anticipava l’album, è da brividi.


Grande concentrazione, sul palco Britti emana emozioni e sprizza entusiasmo da tutti i pori, felice come un bambino a spasso nel vicino luna park. Molto apprezzato dai colleghi per la sua tecnica invidiabile e la preparazione musicale, la sua cifra si riassume nelle parole di «it.pop», così: «Suonavo il blues - il jazz qualche volta m'assaliva di nascosto - però per i cantautori c'era sempre posto... ed anche se il mio suono può sembrarvi strano - io faccio pop italiano». E tanto al pubblico triestino basta. E avanza. Per restare svegli in una notte come questa non c’è bisogno di «7.000 caffè» prima di restare «Solo Con Te». Spazio agli assoli dei musicisti sulle note della scanzonata «Denderendendenden». Poi l’artista si fa assalire dal «Jazz». Poche parole ma molta musica, Britti, regala un momento strappa-applausi suonando velocissimo il suo strumento: «Accelero un po’, riuscite a venirmi dietro?». Al termine di quasi due ore di spettacolo, per il finale pirotecnico ci si tuffa tutti ne «La Vasca», che riflette i fuochi d’artificio che suggellano la serata.

Gianfranco Terzoli

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