Aletti vuole 100mila euro dall’ex moglie per stalking

La causa avanzata dall’ex presidente della Triestina assieme a Cristina De Angelis. Sarebbero stati oggetto di scampanellate notturne e di telefonate ingiuriose
Di Silvio Maranzana

Frequenta ormai le aule giudiziarie più dei campi di calcio, ma stavolta gioca sull’altro versante dello schieramento: quello delle parti lese. Rimbalza dalla Romagna la notizia che Sergio Aletti l’ex ultradiscusso proprietario per pochi mesi della Triestina calcio ha chiesto 100mila euro di danni per stalking all’ex moglie, l’albergatrice Fiammetta Reciputi. A maggio verrà chiamato a confermare le proprie accuse dinanzi al giudice del Tribunale di Cesena, Camillo Poilucci che nella precedente udienza del processo ha sentito la figlia di Aletti il quale invece non era in aula per motivi di salute. Ad accusare l’ex signora Aletti non solo di stalking, ma anche di calunnia assieme ad altre quattro persone, sono stati l’ex marito e la nuova compagna Cristina de Angelis, divenuta a un certo punto presidente della Triestina e protagonista con lo stesso Aletti di uno scontro sentimental-giudiziario che non si sa se sia poi concluso con una doppia riconciliazione.

Ora i due hanno accusato Fiammetta Reciputi di averli ripetutamente molestati con telefonate e scampanellate notturne in un periodo di tempo tra il 2009 e il 2010. All’origine della seconda accusa c’è invece un misterioso incidente. Secondo la Procura, l’albergatrice avrebbe tentato di investire con l’auto la compagna del marito, dopodiché al contrario avrebbe denunciato di aver subito da parte sua un tentativo di investimento portando a supporto le testimonianze di quattro persone: due amici, il fratello e un altro familiare. Da questo episodio è nata l’accusa di calunnia nei suoi confronti e di falsa testimonianza nei confronti degli altri quattro. Tutta la vicenda va inquadrata nel periodo in cui la coppia Aletti era già separata ed era in corso una battaglia legale per la separazione. Secondo il dettaglio delle accuse, Fiammetta Reciputi avrebbe disturbato il sonno dell’ex marito attaccandosi al campanello della sua casa di Cesena e avrebbe offeso e ingiuriato la De Angelis con una serie di telefonate. Aletti e la De Angelis avevano inscenato battaglie personali tra di loro a Trieste mentre la società rossoalabardata stava andando in rovina. Nominata presidente, la donna nell’ottobre 2011 era stata rimossa dalla carica dallo stesso Aletti, ma per venir rimessa sul trono era ricorsa al Tribunale civile. L’udienza, nel gennaio successivo, era durata una decina di minuti e il suo ricorso era stato giudicato inammissibile in quanto la de Angelis non risultava più socia della MFi, la società che allora aveva il possesso del 96 per cento delle azioni della Triestina e della quale era stata socia paritaria con Aletti nell’estate precedente, al momento in cui si era trattato di rilevare la società calcistica da Stefano Fantinel. Solo pochi giorni più tardi però Sergio Aletti e Cristina De Angelis erano stati rivisti assieme all’hotel Daneu di Opicina facendo intendere come i rapporti burrascosamente interrotti si fossero riannodati, ma lui aveva smentito che ciò fosse avvenuto. L’ultimo contatto tra Aletti e Trieste si è chiuso il 5 giugno scorso allorché la Corte d’appello ha depositato la sentenza con cui ha respinto il reclamo presentato contro il fallimento della Triestina decretato dal Tribunale. L’appello è stato dichiarato inammissibile e lo stesso Aletti è stato condannato a pagare le ulteriori spese processuali: 4.944 euro.

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