“Alcoltest” del sangue positivo ma non utilizzabile: assolto
Un esame effettuato senza alcuna necessità terapeutica. E senza che il diretto interessato avesse espresso il proprio consenso a essere sottoposto al controllo. Un test del sangue che, sulla base di questi elementi, è stato giudicato inutilizzabile nel procedimento a carico di un automobilista triestino sulla cinquantina accusato di guida in stato di ebbrezza, nonostante da quella stessa verifica effettuata in ospedale fosse emerso un tasso alcolemico di 1,41 grammi per litro. Quasi tre volte il massimo (0,50) consentito dalla legge per chi si mette alla guida di un mezzo. Eppure l’uomo è stato assolto perché il fatto non sussiste: con la sentenza pronunciata ieri mattina, infatti, il giudice Valentina Guercini ha accolto la richiesta del difensore del cinquantenne, l’avvocato William Crivellari. Il quale, nel chiedere l’assoluzione per il suo assistito, aveva puntato proprio su due aspetti per evidenziare come quel test non fosse utilizzabile a fini giudiziari: l’assenza di necessità terapeutiche con cui si sarebbe dovuta motivare la prova e la mancanza del consenso all’esame da parte dell’automobilista. Sul referto del Pronto soccorso, era stato solo specificato come la richiesta dell’accertamento medico fosse giunta dai vigili urbani di Muggia, la cui pattuglia aveva portato l’uomo all’ospedale dopo essere intervenuta sul luogo di un incidente nel quale l’automobilista era rimasto coinvolto senza riportare alcuna conseguenza fisica.
Tutta la vicenda trae origine appunto da uno scontro auto-scooter in strada di Farnei all’angolo con via di Trieste, nel comune di Muggia, avvenuto il 20 giugno del 2012. Lo scooterista era poi stato soccorso dal personale del 118 e trasportato a Cattinara per le ferite riportate. L’automobilista (protagonista del caso giudiziario) non si era fatto nulla e non aveva dunque avuto bisogno di cure mediche: la pattuglia della Polizia locale di Muggia, giunta nella zona del botto, avrebbe voluto sottoporlo al test dell’etilometro direttamente sul posto ma, priva della strumentazione, non aveva potuto farlo. L’aveva così fatto salire sul proprio veicolo di servizio, accompagnandolo al Pronto soccorso e chiedendo lì al medico di guardia di eseguire la prova per accertare il tasso alcolemico. L’uomo non sapeva, non era stato informato del fatto che, in assenza di necessità terapeutiche come appunto nel suo caso, quell’esame del sangue fosse una mera facoltà, cui avrebbe dovuto eventualmente acconsentire, e non un obbligo. Aveva invece ritenuto si trattasse di prassi automatica. Visto l’esito del test, l’automobilista era stato iscritto nel registro degli indagati (gli era stata inoltre sospesa per sei mesi la patente) e poi citato a giudizio dal pm Antonio Miggiani. In aula la richiesta dell’accusa è stata di 15 giorni di reclusione e 600 euro di ammenda. Il giudice ha però dato ragione alla difesa: assoluzione. All’uomo era stato contestato anche il reato di lesioni colpose, per il quale aveva patteggiato una multa di 3.450 euro.
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