Alcol a tre minorenni, chiusura forzata per il bar Bondì a Gorizia
Il provvedimento del questore ha la durata di sette giorni ed è stato disposto per «motivi di moralità e buon custome»
Bumbaca Gorizia 08.10.2019 Bar Bondì sequestrato © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
GORIZIA Uno dei locali più conosciuti di piazza Vittoria è finito nel mirino della Questura di Gorizia. È il “bar Bondì” con i tavolini e le sedie sistemate in piena zona pedonale, sul rialzo centrale, a pochi passi dal palazzo della Prefettura.
Nei giorni scorsi, infatti, è stato notificato alla titolare dell’esercizio pubblico sito nel salotto buono della città, il provvedimento del questore Paolo Gropuzzo che dispone «per motivi di moralità pubblica e buon costume» la sospensione dell’autorizzazione di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande per la durata di sette giorni.
Perché tale decisione? La restrizione, ai sensi dell’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (meglio conosciuto con l’acronimo Tulps), è stata imposta in quanto nel locale di piazza Vittoria è stato accertato un episodio di somministrazione di bevande alcoliche a tre minorenni. La Polizia di Stato non fornisce altri particolari: non si sa se l’accertamento sia avvenuto in flagranza di reato o sulla base di una segnalazione. Ma le forze dell’ordine hanno accertato l’infrazione.
La Questura ricorda che la normativa di riferimento punisce penalmente (articolo 689 del Codice penale) la somministrazione di alcolici a minori di 16 anni, mentre è soggetta al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro la medesima violazione commessa in danno di minori di età compresa tra 16 e 18 anni. «A proposito, si ritiene utile ricordare che, ai sensi dell’articolo 14-ter della legge 125 del 30 marzo 2001, è fatto obbligo al titolare di un esercizio pubblico di richiedere l’esibizione di un documento di identità all’avventore, al fine di accertarne la maggiore età, qualora non manifesta», precisa la Polizia di Stato in una breve nota. Il decreto di sospensione, predisposto con un’azione coordinata tra l’ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico e la divisione di Polizia amministrativa e sociale, si è inserito nel contesto della capillare azione di prevenzione e di controllo del territorio pianificata dalla Questura.
Tornando indietro con la memoria, esattamente un anno fa, un’altra attività venne chiusa per sette giorni, in quell’occasione per «motivi di ordine e di sicurezza pubblica». Per Gorizia si trattava di una novità assoluta: il locale a cui vennero apposti i sigilli (provvisori) si trovava in corso Verdi: oggi è regolarmente aperto ma con una gestione diversa. Anche in quel caso, tutto nasceva dai dettami dell’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che prevede «provvedimenti cautelari di sospensione» di un qualsiasi esercizio pubblico a seguito anche «di un solo ed isolato episodio verificatosi all’interno del locale». —
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