«Alcatel vuole consolidare lo stabilimento di Trieste»
La Regione continuerà il dialogo con Alcatel e «a breve convocherà un tavolo al quale saranno invitati l’azienda e le rappresentanze dei lavoratori». L’annuncio - che lascia capire la volontà di approfondire i diversi e delicati aspetti della questione - è stato dato ieri dalla presidente Debora Serracchiani, al termine dell’incontro a Roma con l’amministratore delegato di Alcatel Lucent Italia, Roberto Loiola.
«Abbiamo fatto il punto sulla situazione del gruppo Alcatel - ha precisato Serracchiani - e da parte della società è stato ripetutamente confermato che lo stabilimento di Trieste è assolutamente strategico, indipendentemente da eventuali trattative di cui si è appresa notizia in questi giorni. La produzione fatta a Trieste riveste una particolare importanza e vi è l’interesse a confermarla e consolidarla».
Positive ma anche caute le reazioni del mondo sindacale triestino, mentre nella stessa giornata di ieri le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto alla presidenza del Consiglio dei ministri la convocazione di un tavolo sull’annunciata fusione tra Alcatel Lucent e Nokia.
«Finchè l’azienda non chiarirà gli effetti dell’eventuale vendita dello stabilimento - osserva Stefano Borini, segretario provinciale della Fiom - tutto rimane indeterminato e preoccupante. Apprezziamo l’impegno della Serracchiani - prosegue - ma nell’incontro di sabato scorso abbiamo chiesto un tavolo alla presidenza del Consiglio, perchè si discute di un asset strategico per il Paese. Il governo deve “stringere” sulla multinazionale visto che apparecchiature prodotte da Alcatel sono utilizzate nelle strutture dell’Agenda digitale, e quindi ci sono di mezzo soldi pubblici».
Borini ricorda poi che sabato in Regione «il processo di vendita dello stabilimento è apparso abbastanza avanzato», e conclude rilevando che «c’è bisogno di garanzie nazionali sulla fusione tra Alcatel e Nokia, ma comunque in una seconda fase non ci sottrarremo a un tavolo in sede locale. La dimensione del gruppo e l’importanza della partita in gioco richiedono infatti due livelli di garanzia».
Anche Antonio Rodà, segretario provinciale della Uilm, pur riaffermando che «i passaggi fondamentali sono a livello romano», giudica positivo il tavolo regionale perchè «ci darà la possibilità di andare più a fondo con l’azienda, che si spera dia risposte adeguate sui temi più caldi. La strategicità ribadita ieri non è niente di nuovo, è un dato affermato sin dall’inizio. Il tavolo regionale è un passaggio importante, che ci dà la percezione che la questione è seguita con attenzione e tempestività».
Anche Andrea Raini (Rsu della Uilm) ritiene positivo che si apra un tavolo con Alcatel («speriamo in tempi brevi»), lo ritiene l’inizio di un percorso, ma osserva, in relazione all’incontro di ieri, che «per l’ennesima volta l’azienda non comunica e non smentisce la vendita dello stabilimento».
Sergio Cortesi, Rsu della Fiom, apprende con soddisfazione che la presidente Serracchiani ha attuato subito quanto detto nell’incontro di sabato, ma sottolinea che, oltre al tavolo regionale, ne «va creato uno nazionale, perchè solo a quel livello si può interagire con multinazionali come Flextronics o Alcatel Lucent».
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