Albergo “boutique” all’ex Filoxenia. Lo gestirà un gruppo di Caorle

La famiglia Borin ha firmato un contratto con la Comunità greco-orientale. Si chiamerà “You me”
Il futuro “You me” all’inizio di via Mazzini a fianco della sede della Comunità greco-orientale
Il futuro “You me” all’inizio di via Mazzini a fianco della sede della Comunità greco-orientale

TRIESTE Di primo acchito si pensa a un riferimento eolico di chiara marca triestina: invece no, in questo caso è un cognome attorno al quale si raccoglie un vivace gruppo alberghiero attivo in alcune località balneari alto-adriatiche. La famiglia Borin, la mamma e tre figli, dopo i quattro hotel nella natìa Caorle e dopo lo sbarco a Grado nel restaurando albergo Friuli, ha aperto un nuovo fronte di investimento, puntando su Trieste, dove ha acquisito dalla Comunità greco-orientale la gestione dell’ex Filoxenia all’inizio di via Mazzini, l’antico “Spitale dei greci” di fine ’700 riconvertito nel 2000.

Con un obiettivo ambizioso: inaugurarne la ristrutturazione, iniziata il 15 luglio a cura della Pitton di Rivignano-Teor, in occasione della Barcolana programmata domenica 11 ottobre. «Tra un paio di settimane - dice Alberto Borin, rappresentante legale - verificheremo se questo obiettivo è realisticamente conseguibile». Intanto cambierà il nome, che diventerà “You me”.

Il clan Borin scommette 700.000 euro - concentrati sul radicale rifacimento degli interni essendo vincolata la facciata - per creare un albergo “boutique” a quattro stelle (in precedenza erano tre), dotato di 20 camere e di una piccola “spa” all’ultimo piano. Approccio all’insegna della domotica più avanzata. A ripensare il design è stato incaricato l’architetto milanese Simone Micheli.

Pronta al lancio una campagna pubblicitaria diretta a una fascia di mercato medio-alta, assolutamente trasversale dal punto di vista “etnico” (italiana e straniera) e tipologica (affari e turismo). All’impossibile parking in via Mazzini si ovvierà per mezzo di una convenzione con una rimessa. «Crediamo in Trieste - riprende Borin - perchè è una città bella, di grande passaggio, con un forte ascendente sulla clientela austriaca e slovena. In precedenza avevamo testato Venezia ed eravamo lì per lì a chiudere su una posizione straordinaria a 5 minuti da San Marco: poi ci siamo fermati, oggi Venezia ha troppe incognite. Senza contare la scomodità logistica perchè tra Caorle e Venezia ormai si impiegano due ore di auto». I Borin si guardano in giro e monitorano ulteriori opportunità di crescita: faro acceso anche sul Garda.

Il primo contatto con la Comunità avvenne un paio di anni fa, quando il vertice greco-orientale impostò una selezione allo scopo di cercare un nuovo gestore. Prospettò il suo interesse anche Manuel Costantin, titolare di “Urban”. Alla fine - riferisce l’ingegner Cosmas Cosmidis, esponente della Comunità - la scelta cadde sui Borin, con i quali è stato stipulato un contratto di 9 anni accompagnato dall’opzione per altri 9. Felpato l’avvicinamento a Trieste «ma adesso - prosegue Borin - vorremmo incontrare il sindaco Dipiazza».

A Caorle la famiglia Borin ha quattro alberghi (Savoy, Elite, Venus, Splendid). Il suo arrivo a Trieste rafforza la presenza degli operatori veneziani, come Costantin e Bocato: d’altronde i 32 milioni di presenze annue nell’arco Sottomarina-Bibione sono una formativa palestra imprenditoriale. —


 

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