Albergo a 4 stelle con 40 stanze a Grado nell’ex clinica di Sant’Eufemia

La giunta ha dato il via alla variazione della destinazione d’uso. Si pensa ai clienti degli interventi di chirurgia estetica

Antonio Boemo
Altran Monfalcone-Chiusura Clinica Sant'Eufemia-Grado-Foto di Katia Bonaventura
Altran Monfalcone-Chiusura Clinica Sant'Eufemia-Grado-Foto di Katia Bonaventura

GRADO. La giunta comunale ha dato il via alla variazione della destinazione d’uso dell’ex clinica Santa Eufemia da struttura prevalentemente a carattere sanitario a struttura alberghiera. L’atto, seguito alla richiesta del 22 gennaio presentata dalla Grado Medical Centro con sede in via Mazzini a Trieste, ovvero la società che ha acquisito e da lunedì ha aperto la Clinica Santa Eufemia, è stato approvato all’unanimità dalla giunta comunale la scorsa settimana, il 14 di aprile.

L’area e l’edificio sono piuttosto ampi e di fatto consentono sia di poter operare come clinica con le varie specialità di cui abbiamo detto nei giorni scorsi che sono state sistemate sull’ala sinistra entrando dall’ingresso principale, sia come struttura alberghiera. Quest’ultima troverà spazio nell’altra ala, quella che dà verso via Fiume e nei piani superiori. Ciò significa che a grandi linee potranno essere ricavate una quarantina di stanze. Uno degli aspetti positivi è poi il fatto che la struttura ha anche i parcheggi. Tra quelli esterni nel giardino e gli 11 interrati c’è spazio per una quarantina di vetture, cioè in teoria una per ogni stanza.

Le intenzioni della proprietà paiono essere quelle della realizzazione in un albergo a 4 stelle con tutti i relativi servizi, spa compresa, in posizione decisamente centrale, di fronte al porto. Una struttura che potrebbe essere anche indirizzata verso quel target di clientela che deciderà ad esempio di effettuare nella clinica interventi di chirurgia estetica. La strada per la ristrutturazione ad albergo pare, però, abbastanza lunga: che se tutto andrà bene potrà essere completata entro il prossimo anno.

La soluzione per la variazione della destinazione d’uso è stata trovata poiché il piano regolatore prevede per quell’area cittadina anche questa possibilità, cosa della quale gli acquirenti della struttura ne erano probabilmente già a conoscenza al momento dell’acquisizione. Del resto l’intervento è particolarmente oneroso e per la società proprietaria era necessario trovare la possibilità di ricavare gli introiti necessari. «La proposta di piano attuativo – è specificato nella delibera giuntale del Comune – è finalizzata, attraverso il recupero degli edifici esistenti, a promuovere interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio di valore storico architettonico, per la realizzazione di una nuova funzionalità ricettiva».

Con questa e altre specifiche di carattere tecnico-burocratico e di legge, la giunta comunale ha precisato che l’adozione, nel rispetto dei principi di economicità e celerità amministrativa, del piano attuativo in parola, «debba costituire anche variante urbanistica al fine di introdurre la variazione della destinazione d’uso dell’ambito in questione, da direzionale/sanitaria assistenziale a ricettiva alberghiera».—

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