Albergatori a caccia dell’erede di Lipanje

Si rinnova la leadership dopo sei anni. La presidente uscente: «Il turismo è cresciuto ma a Trieste manca ancora un’identità»
Silvano Trieste 18/08/2013 Turisti
Silvano Trieste 18/08/2013 Turisti

Da fine giugno, dopo sei anni, Cristina Lipanje non sarà più la presidente di Federalberghi. Scade infatti il suo secondo mandato al vertice della categoria che contestualmente avvierà i lavori per raccogliere le candidature e convocherà l’assemblea elettiva per dare vita al nuovo direttivo che, a sua volta, eleggerà il nuovo presidente. Per adempiere a tutte le formalità richieste potrebbero servire anche un paio di mesi. In quel caso la presidenza di Lipanje verrebbe prorogata ad interim. Di fatto, Lipanje ha guidato la realtà che rappresenta le strutture ricettive della nostra provincia negli anni in cui Trieste ha scoperto la sua vocazione turistica. Ha visto aumentare di anno in anno gli arrivi, spuntare come funghi bed&breakfast, residence e case vacanze fino a raddoppiare i posti letto disponibili in città.

Gli anni del suo mandato sono stati quelli in cui le agenzie di prenotazione come Booking o Trivago sono diventate ormai indispensabili per riempire e far decollare un albergo. «È avvenuta una vera rivoluzione», valuta la stessa Lipanje: «Non esistono più i prezzi fissi, sono sparite l’alta e la basa stagione, i clienti sono diventati più esigenti». Si inizia dalla prima colazione: «Fino a qualche anno fa molti alberghi offrivano a colazione brioches, pane, burro e marmellata - ricorda - mentre oggi è pretesa la colazione molto ricca, con dolce e salato, attenta ad eventuali intolleranze alimentari e ad esigenze come quelle, ad esempio, dei vegani». Il che prevede più personale per preparala e servirla.

«Tutte queste novità - osserva - sono servite da stimolo per una crescita professionale dei nostri soci che hanno dedicato molto tempo alla formazione e al perfezionamento anche grazie ai tanti corsi organizzati da Confcommercio e Camera di Commercio. Noi albergatori della provincia di Trieste ci siamo trovati ad affrontare crisi e concorrenza, ma stringendo i denti siamo riusciti a superarle mantenendo comunque i prezzi invariati». Ma cosa mancava quando Lipanje sei anni fa si è insediata e cosa, malgrado il boom turistico e anche il riconoscimento di Trieste come città turistica, continua a mancare? «Purtroppo - rileva la presidente uscente - Trieste non ha ancora un’identità, non c’è lungimiranza, nei cassetti ci sono milioni di progetti mai realizzati». Continua inoltre a mancare, secondo Lipanje, un centro congressi. «Quando mi sono insediata qualcosa c’era, ora non c’è nulla. Negli anni si è parlato del Silos, del Magazzino vini, poi destinato ad Eataly, del Carciotti, ma nonostante le promesse siamo ancora sprovvisti di una struttura idonea». Resta poi carente la segnaletica stradale e turistica che la presidente definisce «vergognosa e non aggiornata. Trieste resta una città isolata a livello di collegamenti. Anche i voli restano pochi. Mancano poi da anni mostre d’arte capaci di creare un forte indotto, di far arrivare visitatori dal resto d’Italia e dall’estero e se qualcosa viene fatto non viene debitamente promosso».

Di pari passo con il boom turistico, Trieste ha assistito allo sbarco in città delle gradi catene e dei colossi commerciali internazionali e ad una crescita esponenziale del numero dei pubblici esercizi. «L'aumento dei pubblici esercizi è avvenuto in modo schizofrenico - osserva - con locali talvolta privi di carattere e che offrono cibo che trovi ovunque mentre il turista è alla ricerca della tipicità. Per questo hanno successo i buffet, le piccole trattorie tipiche, i caffè storici. Le catene commerciali, i franchising, ormai ci sono in tutte le città mentre chi arriva a Trieste cerca le botteghe, i negozi con delle particolarità».

Nel valutare il rapporto con le istituzioni Lipanje sostiene di aver avuto con la passata giunta Cosolini dei «confronti accesi. Però sono sempre stata interpellata e ascoltata, cosa che non avviene con l’attuale giunta. Le critiche che ho mosso a questa o alla passata giunta non sono mai state mosse da mie appartenenze politiche ma dall’amore che provo per la città». Per il dopo Lipanje, malgrado manchino poche settimane alle scadenza naturale del suo mandato, non c'è ad oggi ancora nessuna candidatura.

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