Albania, l’opposizione pronta ad abbandonare il Parlamento

TIRANA Una domenica carica di tensione quella di ieri a Tirana dopo gli scontri di sabato tra manifestanti e polizia con i “ribelli” che hanno assaltato a più riprese il palazzo di governo e le forze dell'ordine che hanno risposto con gli idranti e i lacrimogeni. La polizia ha fatto sapere di aver arrestato 15 persone. Altri 5 saranno indagati a piede libero mentre 7 manifestanti sono ricercati. Pattuglie di polizia ieri presidiavano la capitale albanese mentre i leader dell’opposizione hanno parlato ai media. Edi Rama si fa vivo con un Tweet: «La politica cieca di un'opposizione senza visione, senza programma e leadership, non è riuscita a fare niente al governo, ma ha colpito l'Albania agli occhi del mondo».
La crisi politica si acuisce. Il Partito democratico infatti, principale formazione del centrodestra all'opposizione guidata da Lulzim Basha, ha radicalizzato la propria posizione e intende abbandonare definitivamente il parlamento. «Ho deciso di proporre al gruppo parlamentare e al direttivo del partito di rinunciare ai mandati parlamentari», ha dichiarato Basha. «Il messaggio ricevuto dalla protesta di ieri è stato chiaro: non si può più andare avanti in questo modo. Il tempo delle parole è scaduto. Noi non possiamo fare da facciata ad un parlamento eletto da un voto dettato dalla criminalità organizzata», ha sostenuto Basha.
Il Partito democratico conta 43 seggi su 140 di cui è composto il Parlamento albanese. Il suo alleato, il Movimento socialista per l'Integrazione, Lsi, ha 18 deputati, ma non si è ancora pronunciato se intende fare la stessa mossa. Per giovedì l'opposizione ha convocato intanto una nuova manifestazione a Tirana, dopo la violenta protesta dell’altro ieri.
Molto dura la presa di posizione del leader storico del Partito democratico, Sali Berisha che ha nuovamente paragonato il governo di Rama al regime di Maduro in Venezuela “sposando” di fatto le due piazze che protestano contro due regimi considerati entrambi anti-democratici perché impediscono al popolo di esprimere il proprio volere con il voto. Poi ha affondato il colpo contro l’esecutivo del socialista Rama definendolo colluso con il crimine organizzato e con il narcotraffico. Secondo Berisha ci sono migliaia di intercettazioni telefonche da cui emergono infiltrazioni criminali in vari distretti per comprare i voti, da parte di Rama, e imporre certi risultati. Per l’opposizione non ci sono alternative: il premier deve dimettersi e lasciare spazio a un governo di transizione che gli impedisca di gestire e manipolare le elezioni. Senza libertà di voto non ci sarà, sostengono ad alta voce, un avvenire per l’Albania.
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