Al via la catalogazione dei 18 mila volumi donati da Margherita Hack alla città
TRIESTE Il testamento di Margherita Hack risale a 11 anni fa. L’accettazione della donazione dei suoi volumi da parte del Comune è del 4 novembre 2013. Ma solo ora è stato avviato il “progetto di catalogazione del Fondo Margherita Hack e Aldo De Rosa”. Il progetto, al centro della convezione firmata dal Comune con la Fondazione Margherita Hack, avrà la durata di 18 mesi con la possibilità di rinnovo per un ulteriore anno.
Era il 17 giugno 2009 quando l’astrofisica (che morirà il 29 giugno 2013) manifesta nel testamento la volontà di attribuire la sua personale biblioteca e del marito Aldo De Rosa alla cittàper incrementare i fondi librari della biblioteca Attilio Hortis. Il lascito è composto da quasi 18 mila volumi e deve essere destinato alla fruizione pubblica. Assieme ai libri sono presenti molti manoscritti, dattiloscritti, cartoline e altri documenti. Due le condizioni poste: la prima, i volumi dovrà essere destinata alla Civica Attilio Hortis e dovrà essere intitolata “Biblioteca Margherita Hack e Aldo de Rosa”; la seconda, la biblioteca dovrà essere conservata e collocata come fondo unitario e non frazionato con etichette e collocazione propria.
E così ora finalmente si avvia a soddisfare le volontà dell’astrofisica. L’obiettivo è quello di catalogare con il software Sebina Next e rendere visibile al pubblico il fondo attraverso il catalogo Biblioest e il catalogo del servizio bibliotecario nazionale. La Fondazione Margherita Hack, che ha sede a Giulianova (Teramo), provvederà alla catalogazione del fondo. Il Comune di Trieste, invece, garantisce a proprio carico il trasporto (andata e ritorno) del fondo da palazzo Biserini (sede della Biblioteca Hortis) alla sede triestina della Fondazione Hack di via Milano. L’amministrazione comunale si impegna anche all’apposizione di una targa nella sala che sarà destinata alla consultazione del fondo catalogato.
Ma qual è il reale valore del fondo? «La donazione arricchisce la Hortis, quindi la città, con un fondo culturalmente significativo sia per il valore intrinseco dei volumi che lo costituiscono, che come raccolta organica, rappresentativa di un dato momento storico» aveva spiegato anni fa l’ex direttrice della Biblioteca Bianca Cuderi. I libri inizialmente erano collocati nell’abitazione triestina della Hack di via del Pratello 8. Nel 2013 sono stati tutti “censiti” attraverso la fotografia della copertina e l'apposizione di un numero progressivo su ciascun volume e fascicolo grazie all'Immaginario Scientifico. É stato infatti l'Immaginario, con la scienziata ancora in vita, ad avere l’idea di pubblicare sul web la biblioteca di casa Hack-De Rosa fotografando tutti i libri posseduti fino al giugno 2010. «Si tratta di 18.000 volumi, nella grande maggioranza di interesse umanistico, che rispecchiano la cultura più innovativa della seconda metà del XX secolo, per lo più assenti nella nostra Civica. Quindi si un bel regalo per Trieste». —
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