Al via la campagna contro gli abusivi del “730”

Per la prima volta a Trieste l’Ordine dei commercialisti lancia un’offensiva per contrastare l’estendersi del fenomeno
Un modello 730
Un modello 730

TRIESTE «Elaborazione e predisposizione delle dichiarazioni tributarie e cura degli ulteriori adempimenti tributari»: per redigerle «è necessario che il dottore commercialista, il ragioniere commercialista e l’esperto contabile siano iscritti all’Albo».

Il combinato-disposto degli articoli 1-2 del decreto legislativo 139/2005 non sembra lasciare adito a dubbi. Eppure c’è chi finge di non saperlo e chi, sovente in buonafede, lo ignora: ecco scattare il classico esercizio abusivo di professione che talvolta finisce per coinvolgere e travolgere contribuenti innocenti. Insomma, qualcuno ci casca e si fa preparare la dichiarazione dei redditi da persone non abilitate al mestiere di commercialista.

Le conseguenze possono essere molto serie, perchè, in caso di errore commesso dal falso professionista, il malcapitato cliente resta senza paracadute. E così piovono le cartelle, gli avvisi, ecc. Becco e mazziato: perchè il commercialista “vero” è tenuto a contrarre un’associazione obbligatoria e perchè l’Ordine può attivare il consiglio di disciplina nei confronti di un iscritto negligente. Ma come ottenere risarcimento dal “falso” commercialista?

Difficile misurare l’ampiezza e la diffusione di un fenomeno criminoso, che, ovviamente, evita di farsi censire: a ogni buon conto, per la prima volta a Trieste, l’Ordine dei commercialisti ha deciso una campagna pubblicitaria, tappezzando la città di manifesti dall’allusivo titolo “le situazioni non sono sempre come sembrano”. La stagione è quella giusta, perchè in luglio il contribuente dovrà presentare la dichiarazione, per cui è meglio avvertirlo.

«Per Trieste questa iniziativa è una novità - spiega il presidente dell’Ordine Piergiorgio Renier - ma campagne anti-abusivismo sono già state condotte in molti territori, anche nel Triveneto». Ma chi è il commercialista abusivo? «E’ uno che non ha fatto l’esame di Stato e che non è iscritto all’Ordine - argomenta Renier - sono semplici titolari di partita Iva. Si tratta spesso di persone di una certa età, che in precedenza si occupavano di materia tributaria in aziende private o in enti pubblici. A volte con studio e segretaria...». I motivi, che consigliano attenzione sociale su questa “patologia”, sono numerosi, spesso collegati alle difficoltà economiche che possono spingere a interlocuzioni inadeguate: dumping professionale, concorrenza sleale, scarsa qualità degli atti. «I commercialisti iscritti all’Albo - riprende Renier - sono obbligati a una continua formazione. Per chi invece non studia e non si aggiorna, la possibilità di uno sbaglio, quindi di un danno, è naturalmente più elevata». Quali sono le fasce più vulnerabili al tranello dell’abusivo? «In genere - conclude Renier - chi conduce ridotte attività economiche, come i piccoli dettaglianti. Chi ha contabilità semplificate, che implicano solo un passaggio tributario all’anno».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo