Al via il cantiere per il centro Obi all’ex Dino Conti
Dopo le demolizioni, posa della prima pietra entro fine mese Conclusione tra un anno. Lavori da 18 milioni, 70 assunzioni

Lasorte Trieste 11/11/17 - Rosandra, Ex Dino Conti, Lavori Nuovo Centro OBI
Il progetto si è preso qualche mese in più del previsto per mettere in fila tutte le autorizzazioni urbanistiche necessarie per trasformare i ruderi dell’ex concessionaria “Dino Conti”, al principio di strada della Rosandra, in un’attività commerciale importante contrassegnata dal brand tedesco Obi, un colosso degli arnesi da giardinaggio e da bricolage con i quali fattura quasi 7 miliardi di euro.
Sul biglietto da visita numeri tosti per l’economia terziaria del territorio: un investimento di 18 milioni di euro per ripensare un’area complessiva di 17 mila metri quadrati, nei quali la superficie commerciale avrà uno sviluppo di 8600 metri quadrati su un unico piano. Altri 300 mq ospiteranno gli uffici, mentre 400 posti auto saranno spalmati tra la parte superiore dell’edificio e la zona ad esso esterna. Il monomarca darà lavoro a una settantina di persone.
L’operazione guarda alla clientela triestina e a quella transfrontaliera, come la posizione suggerisce: il Comune, ancora sotto l’egida cosoliniana, aveva provveduto a cantierare - con una spesa di circa 400 mila euro - la rotatoria che oggi spartisce la circolazione tra via Flavia, via Carletti, via Caboto, strada Rosandra.
Adesso l’annuncio, che risaliva alla fine del 2015 a pochi mesi dalle elezioni comunali, si avvia a diventare realtà, con i mezzi che stanno abbattendo buona parte del vecchio salone automobilistico sul quale campeggiava la cubitale scritta Citroen. La posa della prima pietra è imminente, con ogni probabilità la cerimonia avverrà entro la fine di novembre.
I tempi di realizzazione sono stati progressivamente spostati dalla primavera ’17 all’autunno ’18: «Un anno di lavori poi si parte», dice convinto Francesco Fracasso, leader dell’azienda miranese Cervet specializzata nella preparazione di strutture immobiliari destinate alla media-grande distribuzione. Fracasso, imprenditore della Terraferma veneziana, è un buon conoscitore dell’habitat triestino: diede una prima occhiata alla città insieme a Enrico Maltauro, quando si prospettava un’operazione in Porto vecchio combinata con la Rizzani de Eccher. Quel business non andò a dama e Fracasso colse l’occasione per guardarsi in giro, scoprendo, oltre all’opportunità della “Dino Conti”, anche la chance dell’Universaltecnica in corso Saba: un investimento di 7,5 milioni per ottenere 3 mila metri quadrati, dove il marchio “Center Casa” ha allestito oltre 40 mila prodotti. Nella scorsa primavera la Cervet ha definito un accordo con Aspiag, concessionaria del marchio Despar nel Nordest, per mettere a punto un polo agroalimentare nell’area di San Bortolo, nei pressi di Monselice. In totale l’impresa di Fracasso ha realizzato poco meno di 150 punti vendita per la grande distribuzione.
Comunque bricolage, giardinaggio, casalinghi, materiali per edilizia sono considerati ambiti commerciali attrattivi, come dimostra la presenza di Bricofer, di Zanutta, di Metro nell’area meridionale della città. L’arrivo di Obi, programmato tra un anno, dovrebbe confermare questo trend. Nel gennaio scorso la giunta Dipiazza aveva annunciato il possibile insediamento di un altro ingrosso simil-Brico nella zona del Canale navigabile, adiacente all’Autamarocchi: di quella operazione non si è saputo più nulla. Quel genere di articoli piace anche a Paolo Marchesi, commissario dell’Ezit, che ha deciso di destinare l’ex Olcese a centro commerciale: aspetta il disco verde dell’Urbanistica comunale.
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