Al teatro Rossetti 100 piccoli “talenti” in cerca di gloria
Come veri veterani del palcoscenico si avvalgono di un cenno della testa per far partire la base musicale, chiedono ai tecnici di sistemare loro il microfono, si fanno seri e concentrati sulla prova da sostenere. E via con l’esibizione canora, seguita dalla recitazione di un testo, qualche informazione personale, un saluto alla giuria e l’autorevole uscita di scena, per far posto al prossimo candidato. Sfoggiano codine e fermagli colorati, magliette con i super eroi e scarpe con la suola luminosa, misurano poco più di un metro d’altezza eppure della ribalta non hanno nessuna paura: ecco i futuri attori, ballerini e cantanti del musical “Joseph and the Amazing Technicolor Dreamcoat”, in programma al Rossetti per la fine di maggio, o meglio i candidati che si sono sottoposti alle audizioni per prendervi parte.
Quasi cento le adesioni per partecipare alla selezione dei 30 piccoli talenti che entreranno a tutti gli effetti nel cast internazionale del musical, tenutasi ieri presso la Sala Bartoli dello Stabile: bambini dai 6 agli 11 anni, per lo più di Trieste e dalla Regione ma anche da Treviso, Padova e Napoli, capaci di cantare, recitare e soprattutto stare a proprio agio sul palcoscenico. Caterina ha 7 anni, studia recitazione dopo la scuola e gli amici riconoscono concordemente la sua bella voce: non poteva non partecipare al casting! Dopo la canzone di un film Disney, si cimenta nella lettura di una poesia di Rodari. Giulia è la prossima, fa la quarta elementare, balla hip hop e canta in un coro monfalconese: con la storiella del Bruco mai sazio delizia sia l’insegnante di musica della scuola del Teatro Stabile, Daniela Ferletta, che il direttore Luciano Pasini.
Elisa, già corista in “Evita” l’anno scorso, canta in inglese mentre Penelope dimostra audacia da vendere: sceglie una canzone di Irene Grandi e una poesia di Ugo Foscolo, “A Zacinto”, che recita a memoria. «Né più mai toccherò le sacre sponde/ove il mio corpo fanciulletto giacque/Zacinto mia, che te specchi nell'onde/del greco mar da cui vergine nacque…» e intanto i giudici commentano: «Qui non abbiamo proprio paura di niente!». Un gruppetto monta insieme alla coreografa Alberta Izzo il pezzo di danza da mostrare più tardi alla giuria: «L’importante è che vi divertiate, solo così farete divertire anche il pubblico. Non serve che il passo sia perfetto, ciò che conta è il vostro sorriso», spiega loro la Izzo. Illustra alcuni semplici passi e poi attacca la musica, The Rocky Horror Show: i sorrisi fioccano spontanei e i giovani ballerini dimenticano ogni imbarazzo, con le fanciulle che fanno le carine e gli ometti che mostrano i muscoli senza posa. Piccoli attori, attenti e imperturbabili, visibilmente più tranquilli delle mamme e dei papà, ad attenderli al termine dei provini.
Incarnano la personificazione della calma anche i principianti, come Giacomo, nessuna esperienza di canto o teatro eppure soddisfatto del provino: «Ai giudici ho raccontato una barzelletta…». Andrea, 8 anni, sembra essere di casa: «Li conosco già Daniela e Luciano, sono coccoli. Io? Faccio breakdance e da grande farò il ballerino».
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