AL SAN GIOVANNI DI DIO DI GORIZIA Niente crocifissi in ospedale "Rovinano l'intonaco dei muri"
Qual è il colmo per un ospedale che si chiama San Giovanni di Dio? Non avere il crocifisso nelle stanze dei degenti, né negli ambulatori. La vicenda accade a Gorizia. Il perché della rimozione: secondo l'Ass "è un peccato rovinare le pareti appena intonacate". Il cappellano: "Li ho messi in uno scatolone, spero prima o poi di poterli appendere"
I crocifissi nello scatolone
GORIZIA
Qual è il colmo per un ospedale che si chiama San Giovanni di Dio? Non avere il crocifisso nelle stanze degenti. Né negli ambulatori. Conviene buttarla sull'ironia per narrare una vicenda che a prescindere da come la si guardi appare paradossale quanto insidiosa.
Ne sa qualcosa il cappellano dell’ospedale, padre Lino Bresolin, frate cappuccino. "Sì, è vero, nelle stanze dei degenti non ci sono i crocifissi". E dove sono finiti, padre? "In un baule che custodisco nella chiesa. Chissà, spero un giorno possano tornare utili".
La spoliazione dei crocifissi all'ex ospedale dei Fatebenefratelli è opera precedente alla discussa sentenza del marzo del 2009 emessa della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, organismo a cui si era rivolta una finlandese trapiantata ad Abano Terme secondo la quale i suoi figli erano turbati dalla visione del crocifisso appeso nell’aula scolastica.
In questo caso c'è lo zampino dell'ex direttore dell'Ass Isontina, Manuela Baccarin. "Peccato rovinare le pareti appena intonacate", ha chiosato mesi fa la manager. Si schermisce padre Bresolin: "Non vorrei che a parlare di questo argomento si scatenasse qualche polemica, perché già c'è in giro una brutta aria verso la Chiesa".
Non la pensa così una signora goriziana che dopo essere stata dimessa da una lunga degenza ha segnalato l'anomalia alla redazione del Piccolo. Comprensibilmente, padre Lino vorrebbe non parlarne di questa vicenda. Poi qualcosa dice: "Quando ho chiesto che venissero rimessi i crocifissi mi è stato risposto che il grande crocifisso posto davanti alla chiesa dell'ospedale surroga tutti gli altri e basta e avanza. Cosa mai potevo replicare? Del resto quando ci sono le celebrazioni religiose nella nostra chiesa non ho mai visto né i direttori né altri dirigenti dell'Azienda sanitaria".
Dell'assenza dei crocifissi è informato da tempo anche l'arcivescovo De Antoni il quale avrebbe suggerito di tenere un basso profilo sulla vicenda.
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