Al Sacrario il mosaico delle pietre d’Italia pronto il 4 novembre

“Tappeto lapideo” ospitato dentro una vasca con reticolo di metallo illuminato: cantiere chiuso per il rito delle Forze Armate
Il reticolo di metallo che ospiterà le pietre di tutta Italia
Il reticolo di metallo che ospiterà le pietre di tutta Italia

REDIPUGLIA Saranno completati entro il 4 novembre, giornata delle Forze armate e dell’unità nazionale, i lavori che, da un mese a questa parte, interessano il sacrario militare di Redipuglia. Avrà decisamente un altro aspetto, già se ne intravedono le forme, il piazzale che da sempre si sviluppa accanto a Casa Terza Armata e che conduce sul colle di Sant’Elia, in territorio comunale di San Pier d’Isonzo.

Così come previsto dalla Presidenza del Consiglio, nel quadro delle iniziative per il centenario della Grande Guerra, che proprio a Fogliano Redipuglia vede in primo piano la Pro Loco e i “Sentieri di pace”, sono stati stanziati 300mila euro per la riqualificazione di tutto il grande monumento, simbolo italiano di quel periodo.

Si lavora incessantemente proprio per rispettare la data del 4 novembre, anche se essa non appare come una scadenza legata in modo ufficiale al completamento dei lavori. Punto focale dell’opera è proprio il piazzale, su una superficie di 400 metri quadrati. Dopo la rimozione del cespuglio a forma di stella, trasferito in un’altra zona, si è provveduto a metter mano al “tappeto lapideo”, costruito sopra una vasca profonda un metro all’interno della quale sono posizionati dei riflettori. Questi illumineranno dal basso la composizione di pietre che verranno appoggiate su un reticolo di metallo.

Casa Terza Armata aperta nei weekend
Altran Redipuglia-Casa III° Armata

Pietre che arrivano da molte regioni italiane e il gioco di luci che filtreranno dalle stesse darà un aspetto diverso e del tutto nuovo all’area del sacrario. Che sarà interessato da altri interventi, primo dei quali proprio la riqualificazione di Casa Terza Armata, sede di Onorcaduti e del museo storico della Grande Guerra. Una struttura che da tempo attende di avere un volto diverso, così come tutta la zona attende di essere valorizzata al meglio. Non come nel passato, quando furono molte le “magagne” con le quali dovevano fare i conti i visitatori, non ultima l’orario ridotto di accesso al museo. Oggi ci hanno pensato le “penne nere” dell’Associazione nazionale alpini a metterci una pezza e garantire l’apertura prolungata e anche festiva.

È sicuramente, quello di Redipuglia, il più grande ed imponente sacrario militare esistente sul territorio italiano, meta ogni anno di migliaia di visitatori. Costruito interamente utilizzando marmo chiaro, fu realizzato nel 1938 su progetto elaborato dall’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. L’obiettivo era quello, allora, di dare una degna e stabile sepoltura alle salme dei caduti che, sino a quell’anno, erano state custodite nell’immenso cimitero di guerra del vicino colle di Sant’Elia.

Le pietre del Sacrario di Redipuglia raccolgono oggi le spoglie di 100.187 soldati italiani morti nel corso della prima guerra mondiale, 39.857 delle quali sono note e 60.300 ignote. Il monumento si adagia sul versante occidentale del monte Sei Busi che, durante la Grande Guerra, fu duramente conteso tra l’esercito italiano e quello austroungarico, perché, malgrado la sua quota, solo 117 metri, costituiva il primo apprezzabile ostacolo dell’aspro terreno carsico tra Gorizia e Trieste.

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