«Al lavoro in carcere per debellare le cimici in modo radicale»
«Le procedure per l’esecuzione della disinfestazione sono in corso, sono state ritardate dalla necessità, evidenziata dai tecnici esterni coinvolti, di far precedere alla disinfestazione dell’area interessata, per l’efficacia della stessa, un intervento propedeutico». È questo - come precisa in prima persona Ottavio Casarano, il direttore del carcere “Ernesto Mari” di via Coroneo, in risposta ad Alessandra Devetag, referente dell’Osservatorio carcere della Camera penale - il motivo per il quale in questi giorni non era di fatto ancora stata effettivamente attivata la vera e propria bonifica dei due tratti del carcere del Coroneo che risultavano essere stati invasi dalle cosiddette “cimici dei letti”, fatto peraltro non nuovo nella storia recente della casa circondariale triestina.
«L’intervento propedeutico, che sta per essere eseguito, consiste in una preventiva sostituzione integrale di una serie di componenti degli apparecchi di aspirazione dei bagni del reparto detentivo – aggiunge Casarano -, sostituzione questa che richiede una serie di passaggi, come la programmazione del relativo Piano di sicurezza, l’acquisizione dei pezzi di ricambio non prontamente disponibili e il loro successivo posizionamento da parte degli operai della ditta affidataria del settore dell’impiantistica». «Nel frattempo - aggiunge - sono in atto le ordinarie disinfestazioni con le macchine a vapore. Così stiamo approntando un intervento più strutturato rispetto ai precedenti, nell’intento di dare una soluzione duratura al problema».
Le cimici, è stato spiegato, si annidano nelle brande. Le loro punture creano un forte prurito. A occuparsi in queste settimane del caso sono stati pure alcuni avvocati che hanno coinvolto il magistrato di sorveglianza, l’Osservatorio carcere della Camera penale e il garante dei detenuti. —
B.M.
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