Al Burlo resterà un laboratorio satellite
TRIESTE La Regione non cede di un millimetro. Il trasferimento del Laboratorio analisi del Burlo a Cattinara, conferma l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, si farà. E in tempi piuttosto rapidi. Il passaggio, che per ora è stato discusso in alcune riunioni tra tecnici e primari e che ha già mandato in fibrillazione il mondo politico, in realtà è già nero su bianco in un atto aziendale, con tanto di data: avverrà entro il 30 giugno. L’operazione rientra in un progetto di riorganizzazione previsto dalla riforma sanitaria. Si tratta a tutti gli effetti di un trasloco della struttura nell’Azienda ospedaliera che, come si legge nel documento, interesserà attrezzatura e personale. L’Ircss potrà mantenere in casa un “laboratorio satellite a risposta rapida”. Altro non viene precisato. Circostanza che agita il fronte sindacale che vorrebbe preservare organici e competenze in via dell’Istria.
Telesca per il momento replica alle dure prese di posizione dei partiti di maggioranza e opposizione in rivolta, vale a dire Federazione della Sinistra, Sel, Pdl, Forza Italia, Un’Altra Trieste e Ncd-Trieste Popolare, a cui ora si aggiungono altre liste civiche e pure il Movimento Cinque Stelle. Praticamente metà Consiglio comunale. Ma non il Pd. «Le polemiche sono sbagliate - osserva la responsabile della sanità della giunta Serracchiani - e si basano su considerazioni sbagliate. La concentrazione dei laboratori della diagnostica di base è un fatto che sta avvenendo in varie regioni e non comporta alcun disservizio. Questo consentirà però di recuperare risorse importanti. È buon senso».
L’assessore cita l’esempio del Friuli, dove il nuovo meccanismo è già in corso: «Latisana, Palmanova, Tolmezzo e San Daniele fanno ormai riferimento a Udine. Il Burlo non dista duecento chilometri: emocromi e altri esami di base, quelli standard, si possono fare tutti a Cattinara. L’Irccs - rileva ancora Telesca - diventerà invece sempre più un punto di riferimento regionale per lavorare di più e meglio sul materno infantile. Perché le funzioni importanti del Burlo non sono gli esami di base». L’assessore dà la sua disponibilità a fornire tutte le spiegazioni del caso in Consiglio comunale, in cui sarà presto convocata. Mistero su quel “laboratorio satellite” indicato nell’atto aziendale, da realizzare in via dell’Istria. «È la parte che può restare in loco - anticipa Telesca - anche se la decisione su cosa far rimanere sarà presa dai direttori e primari».
Marino Andolina di Fds, e adesso pure la Cgil, temono che ciò si riduca ai macchinari di analisi in reparto. Sono i “Poct”, che il sindacato, analogamente all’ex medico del Burlo, ritengono inadatti a valutare con esattezza il numero di piastrine nel sangue in modo da rispondere con prontezza a emorragie durante i parti, trapianti di midollo e leucemie infantili. «Su questo non sanno ancora cosa fare - osserva Rossana Giacaz (Cgil) - non è chiaro cosa intendano per laboratorio satellite. In ogni caso è una funzione che necessita di personale, perché un macchinario non basta. Tecnici e operatori non possono essere distaccati a Cattinara. Il pericolo - rincara la sindacalista - è un vero depauperamento del Burlo. Macchinette per l’urgenza non sono la soluzione, vogliamo persone e progetti».
Al coro di contrari al trasferimento si aggiunge pure il consigliere comunale di opposizione Michele Lobianco di “Impegno Civico”: la chiusura del laboratorio di analisi in via dell’Istria «è la pericolosa prova provata di una volontà politica del Pd di demolire pezzo a pezzo il Burlo. Una riorganizzazione a spese della specialità e della professionalità». In allarme i Cinque Stelle: «Anche il M5S, come Andolina, è preoccupato per quello che sta accadendo - dicono i consiglieri comunali Paolo Menis e Stefano Patuanelli insieme al consigliere regionale Andrea Ussai - ci si consenta, però, di avere la decenza di non partecipare a conferenze stampa con gli esponenti di quei partiti che ora (Pd, Sel) e in passato (Forza Italia e satelliti) smantellano e hanno smantellato la sanità pubblica nella nostra regione».
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