«Al Burlo grave declino. Ora un cambio di rotta»

Il sindaco invoca un piano di rilancio: «Qualcuno non ha lavorato come doveva. Serve al più presto un nuovo management capace di una svolta»
Lasorte Trieste 16/03/15 - Consiglio Comunale, Cosolini, Carmi
Lasorte Trieste 16/03/15 - Consiglio Comunale, Cosolini, Carmi

A Roberto Cosolini il Burlo sta a cuore. E non solo perché quando si tornerà a votare, il prossimo anno, qualcuno potrebbe fargli notare che nella sua città pure l’ospedale per bambini, con tutta la sua storia e fama, sembra destinato a un triste declino. Ma anche per ben altre ragioni: «Quando parlo del Burlo sono un po’ sindaco, un po’ padre, un po’ nonno», gli piace sottolineare. Premessa indispensabile per cominciare un’intervista con un attestato «di stima e fiducia nei confronti dei tanti professionisti che lavorano lì. In questi giorni di disorientamento ne hanno bisogno». Detto questo, il primo cittadino prende atto della crisi in cui versa l’Irccs, documentata dal giornale, e chiede di identificare precise responsabilità nel calo di performance, nella fuga dei medici più bravi e negli strani intrecci sulle assunzioni. «Qualcuno non ha lavorato come avrebbe dovuto - accusa - ma adesso, con la nuova dirigenza, ci aspettiamo una svolta. Un management capace e un progetto di rilancio».

Sindaco, cosa sta succedendo a questo ospedale?

Giudizi definitivi si potranno dare soltanto dopo un approfondimento interno sulle notizie apparse. Notizie comunque preoccupanti. Dal quadro che è emerso c’è il rischio di un forte impoverimento di una realtà importante per la nostra città.

Il Burlo ha perso pazienti. L’Irccs non è più così attrattivo come un tempo? O il fatto di aver diminuito visite e ricoveri è indice di un miglioramento, nel senso che l’ospedale sa offrire prestazioni più appropriate eliminando quelle inutili, come sostiene il dg Melato?

Personalmente non credo che tutte le prestazioni perse si debbano al fatto che l’ospedale fa solo quelle più appropriate, il che sarebbe un bene. Credo invece che si siano perse effettivamente delle prestazioni e quindi una fascia di utenza, a causa di problemi che ci sono. Inutile negarlo.

Lei si è mai accorto di questo declino?

Avevo registrato preoccupazioni interne. Disagi che chi ha la responsabilità dell’istituto avrebbe dovuto cogliere, attivando le dovute contromisure. Oggi esce un quadro, tutto da accertare fino in fondo, da cui sembra che qualcuno non ha lavorato come doveva per migliorare le performance del Burlo.

L’Irccs va commissariato?

Escludo questa ipotesi. C’è un vertice in scadenza che va sostituito con un nuovo dg che avrà il compito di contribuire a definire il resto dell’assetto. Serve una direzione generale che si riconosca nel progetto di rilancio impostato dalle istituzioni.

Il Burlo è ancora un modello come lo è stato in passato? O ha la possibilità di riconquistarsi questo ruolo?

Credo esista un patrimonio di cultura, di competenze mediche e scientifiche per essere un modello. In questi ultimi anni quel modello si è indebolito. Comunque, al di là di certi aspetti nuovi usciti agli onori delle cronache, alcuni fatti e situazioni erano noti da tempo. Quindi, chi aveva la massima responsabilità, aveva tutti i poteri in mano per poter andare in una direzione anziché nell’altra. In ogni caso, ripeto, la cultura e le competenze del Burlo ci sono tutte affinché l’ospedale abbia un futuro.

Cosa bisogna fare concretamente?

Accertare le responsabilità e pensare a un progetto di rilancio dell’istituto perché ha una storia. E ha professionalità importanti, mi riferisco al personale medico, sanitario e tecnico. Anzi, credo che in questo momento di disorientamento i dipendenti dell’ospedale hanno bisogno di un segnale di massima stima e di fiducia. Lo dico come sindaco, genitore e nonno.

Ha parlato di progetto di rilancio, cosa si aspetta?

Mi sono incontrato con l’assessore Telesca e c’è piena intesa tra Comune e Regione per un rilancio dell’Irccs. Le scelte che si faranno nelle prossime settimane per la nomina del futuro direttore generale, devono essere corrispondenti a questo piano. Intendo un management adeguato che con senso di responsabilità sappia valorizzare le risorse umane e le potenzialità.

Il trasferimento a Cattinara cosa porterà di buono?

Lo spostamento a Cattinara consentirà di intervenire su alcuni elementi di tipo strutturale che consentiranno all’Irccs di mantenere le sue caratteristiche ma anche di usufruire di un contesto di competenze e strumentazioni su cui il Burlo, da solo, non potrebbe investire. Ma ripeto: serve un progetto di rilancio. E ripeto anche che questi anni passati non sono stati spesi per valorizzare a sufficienza le potenzialità che ci sono in via dell’Istria. Problemi che erano sotto gli occhi da tempo. Ora dal cambio al vertice ci si attende una svolta.

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