Al Brignoli si produce anche l’olio

A Gradisca in mezzo a serre, vigneti e frutteti nascono i futuri imprenditori agricoli
Di Luigi Murciano
Bumbaca Gorizia 14.04.2012 Gradisca visita istituto agrario Brignoli - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 14.04.2012 Gradisca visita istituto agrario Brignoli - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Un’enorme aula a cielo aperto. Circa 12 ettari di campi, vigne, frutteti, laboratori e serre nei quali crescono i giovani tecnici e imprenditori di domani. L’Isis "Giovanni Brignoli" è, di fatto, una fattoria didattica ante litteram. Metà scuola e metà azienda agricola dove gli studenti possono mettere in pratica sul campo ciò che hanno appreso in classe. Strutture all’avanguardia i cui segreti sono stati svelati nel corso di un’iniziativa organizzata da Tempo Libero di Coop Consumatori Nordest in collaborazione con la direzione didattica dell’istituto.

A illustrare quel mondo nascosto che è l’azienda agricola del “Brignoli” sono stati il dirigente Marco Fragiacomo, e il docente Marco Vecchi. Lungo i quasi dieci ettari di superficie compresi fra via Roma e il retro della caserma Toti Bergamas (un altro ettaro e mezzo la scuola lo possiede in borgo S.Maria Maddalena) sorgono vigne, terreni per la semina, un frutteto, orti, serre, un attrezzatissimo vivaio, un uliveto, una cantina, uno spaccio, un moderno laboratorio di biotecnologie dove si procede alla “clonazione” delle piante, impianti di irrigazione e concimazione automatizzati.

I prodotti ottenuti, tutti tipici del territorio, vengono normalmente commercializzati nello spaccio aziendale, con la differenza – rispetto a qualunque azienda privata – che il ricavato viene completamente reinvestito nell'Azienda stessa, e quindi nella didattica. «Questo – hanno spiegato i docenti - ci permette di restare al passo con i tempi e avere un legame con il territorio circostante». Il gradimento dei prodotti, pare, è molto elevato e molti cittadini sembrano accordare fiducia al punto vendita della scuola. Fra i vini, venduti sia imbottigliati che sfusi, spiccano i bianchi, ottenuti da un uvaggio in cui spicca il Sauvignon, e un rosso in cui a farla da padrone è il Cabernet Sauvignon.

Le serre, uno dei fiori all’occhiello (il gioco di parole è voluto) della scuola, rischiavano di vedersi ridimensionate dalla riforma Gelmini, ma nell’ambito della sua autonomia la scuola è riuscita a salvaguardare il monte-ore da spendere sul campo. Oggi sono un trionfo di colori e profumi, con specialità botaniche per tutte le stagioni. Gli articoli più venduti: le stelle di Natale a dicembre, of course, ma anche i crisantemi nel periodo in cui si onorano i defunti. Fornitissimi gli orti: carote, pomodori, melanzane, zucchine, cetrioli e la “rosa di Gorizia” per la cui tutela il “Brignoli” è in prima linea.

Il frutteto della scuola è principalmente costituito da piante di melo i cui frutti vengono accuratamente selezionati: le mele prive di difetti vengono vendute, le restanti trasformate in succo, sidro o aceto. Il miele, prodotto nelle arnie con la conduzione del Consorzio apicoltori dell’Isontino, è una delizia del palato. La presenza di sei tunnel e un campo permettono inoltre di offrire ai visitatori prodotti sempre freschi e di stagione fra gli ortaggi, raccolti tre volte alla settimana, mentre recentemente uno sviluppo didattico è stata la cura di piante ed erbe officinali. Uno degli acquisti più recenti è un piccolo frantoio per la produzione e vendita dell’olio, il cui ricavato viene devoluto in beneficenza.

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