Al Bastione Fiorito nasce il “tempio” della fotografia
Cultura, internazionalità, rilancio. Attorno a queste parole sono ruotati gli interventi della conferenza stampa, ieri mattina in Municipio, con la quale è stato presentato l’atteso Aim - Alinari Image Museum che si inaugurerà il primo ottobre al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto. E di rilancio ha parlato in apertura l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi, osservando che «questo avvenimento ci mette in pista per rilanciare la città», alla quale ha rivolto un chiaro messaggio: «Puntare tanto sulla cultura, raccogliere le idee e valorizzare il grande patrimonio di cui disponiamo». In questo quadro si inserisce appunto la volontà del Comune di rilanciare il Castello di San Giusto, visitato ogni anno da soli 50 mila turisti a fronte del milione e 100mila totalizzato dal parco e dal Castello di Miramare.
Claudio del Polo, presidente della Fondazione Alinari, ha preso la palla al balzo, augurandosi che il nuovo museo contribuisca con le sue mostre ad attrarre al castello parte dei tanti turisti che affollano Miramare. «Da San Giusto - ha osservato de Polo - si vedono i castelli di Miramare e di Duino, ricchi di storia. San Giusto potrebbe così diventare il castello dell’immagine».
L’inaugurazione dell’Aim - in collegamento con la Barcolana - sarà caratterizzata dalla mostra delle immagini di Franco Pace dedicate ai mitici “J class”, le regine del mare degli anni Trenta, alla quale ne seguiranno altre «con un occhio aperto all’Est - ha rimarcato de Polo - stante il solido progetto di collaborazione con la nostra Università imperniato su scambi di fondi fotografici e mostre con atenei stranieri».
Il filo conduttore della cultura è stato ripreso dal commissario di Governo Annapaola Porzio, la quale ha rimarcato come «la cultura ci unisce, ci fa crescere, ci fa diventare cittadini europei». La realizzazione di questo museo, e la scelta di farlo a San Giusto, sono qualcosa di straordinario, ha sottolineato poi il prefetto, perchè «la memoria è la nostra vita, e la memoria e la cultura di Trieste sono quasi patrimonio dell’umanità».
L’idea di creare un museo della fotografia rivolto anche all’Est parte da lontano, una dozzina di anni fa. «In questo caso - ha ricordato all’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti - nasce un’iniziativa partita nel primo mandato del sindaco Dipiazza, nella quale la Regione continua a credere. Una sfida non facile per Alinari, che ha dovuto rivedere e integrare il progetto alla luce dei progressi della tecnologia».
Ricordando il successo di varie mostre fotografiche a Villa Manin, Torrenti ha poi rilevato che «anche su queste iniziative si gioca la valorizzazione del nostro territorio», lanciando quindi un invito alla Fondazione Alinari a incrementare la sua attività nel Friuli Venezia Giulia e precisando che «assieme stiamo pensando anche a qualche iniziativa sul paesaggio, che si sposa bene con la nostra regione».
Nonostante i numerosi anni trascorsi dalla proposta iniziale, l’Alinari Image Museum è «qualcosa di straordinario per la città», ha affermato il sindaco Roberto Dipiazza, ricordando come, durante il suo primo mandato, si decise di usare l’edificio dell’ex meccanografico a Campo Marzio per allocarvi l’Immaginario scientifico, il museo Alinari e le esposizioni della società Globo. «La gestione non fu però “per la quale” - ha ricordato - e così l’iniziativa fallì». Anche se di tempo ne è passato «un po’ troppo», ha proseguito Dipiazza, a breve attendiamo da Roma una commissione per l’Immaginario scientifico, e Alinari ormai taglia il traguardo a San Giusto. «Assieme al Porto vecchio tutte queste caselle - ha concluso - alla fine comporranno un bel mosaico».
Ma come sarà allestito e cosa si vedrà all’Alinari Image Museum? L'Aim è un originale contenitore di immagini: schermi ad altissima risoluzione, videoproiettori, occhiali immersivi, una dotazione hardware destinata ad aggiornarsi nel tempo, affiancata a stampe tradizionali e a oggetti di un passato recente. Come ha spiegato il project-manager del museo, Massimiliano Pinucci (esperto di tecnologie digitali ma anche di allestimenti espositivi, che tra l’altro ha progettato il museo interattivo della Piaggio a Pontedera) computer e schermi di ultima generazione saranno collegati a un server con 50mila immagini dell’Archivio Alinari, che sarà possibile ricercare attraverso 80 classi semiologiche e 8mila parole chiave, in italiano e in inglese. «Immagini - ha osservato - che attraverso il digitale possono essere elaborate, diventare anche cinema, essere ascoltate, in un ambiente che è un’interessate frontiera dell’interazione».
Grazie al data base dell’Alinari a Firenze - che dispone di oltre 5 milioni di immagini - sarà inoltre possibile allestire mostre specifiche a Trieste o modificare a distanza quelle esistenti. Non solo: i visitatori dell’Aima potranno anche consultare l’archivio Alinari attraverso appositi terminali.
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