Aiuti per 400mila euro a chi rischia lo sfratto
Un milione e 200 mila euro di fondi statali in arrivo alla Regione che saranno destinati a fronteggiare il crescente fenomeno della morosità incolpevole: famiglie cioè che, a causa della crisi economica, non riescono più a far fronte al pagamento dei canoni di affitto. Un terzo, circa 400 mila euro, riguarderà il territorio triestino. È uno degli interventi inseriti nella task-force tra enti per contrastare l'emergenza abitativa in città. Un tema discusso nel corso del seminario che si è tenuto nella sala del Consiglio comunale, dove si sono confrontati i vertici di Comune, Regione, Ater e Ance, in vista della Riforma regionale sulla casa e al quale hanno presenziato anche alcuni rappresentanti dell'Asc (Assemblea sociale per la casa). Nel 2014 sono stati 220 gli sfratti eseguiti in città a fronte di 862 richieste di esecuzione (445 emessi). Di questi, circa la metà (102), riguardano casi di morosità incolpevole.
«Si tratta di un fenomeno preoccupante soprattutto a Trieste - ha affermato l'assessore regionale Mariagrazia Santoro -. Abbiamo chiesto al Ministero di poter utilizzare l'ultima rata dei contributi per l'affitto proprio a supporto dei casi di morosità incolpevole, dove il canone non viene più coperto a causa delle mutate condizioni economiche dei nuclei familiari». Per fronteggiare tale fenomeno il Comune di Trieste ha investito nell'ultimo anno oltre 180mila euro .«Il disagio abitativo in città è presente - spiega Laura Famulari, assessore comunale alle Politiche sociali - e proprio per questo abbiamo avviato una serie di interventi a sostegno dell'emergenza abitativa, in prevalenza riguardanti contributi economici, ma anche progetti volti a sostenere l'accoglienza e l'accompagnamento sociale. Un dato su tutti: gli sfratti eseguiti in città sono calati nell’ultimo anno, passando da 236 a 220, grazie al lavoro dei servizi sociali del Comune». Rimane il fatto che l'emergenza abitativa a Trieste continua a rappresentare un disagio sociale. «Una riforma, quella regionale della casa, indispensabile considerata la domanda sociale crescente e le risorse limitate», ha puntualizzato il sindaco Roberto Cosolini, mentre per il prefetto Francesca Adelaide Garufi «si tratta di una emergenza seria che va affrontata in modo compatto: l'obiettivo è allentare la tensione e tracciare un percorso assistito per le situazioni di morosità incolpevole, attraverso il differimento dei tempi di esecuzione degli sfratti, per consentire soluzioni alternative grazie al lavoro congiunto tra gli enti».
Un capitolo a parte è quello che riguarda gli alloggi Ater, nei quali risiede il 10% della popolazione triestina. Dall’ultima graduatoria pubblicata risulta che le domande complessivamente presentate sono oltre 6mila: 4500 quelle ritenute valide, mentre l'ente riesce ogni anno a mettere a disposizione circa 250 alloggi, il cui canone medio ammonta a 143 euro. «Numeri che fotografano bene la situazione - hanno affermato i vertici Ater Raffaele Leo e Antonio Ius - L'obiettivo è realizzare una parità di trattamento per tutti gli utenti nell’accesso agli alloggi e prevedere un canone congruo di affitto». Sono quasi un migliaio gli alloggi sfitti in città, in condizioni di non abitabilità: 600 dell’Ater e 300 comunali. Al via i due progetti innovativi di autorecupero e automanutenzione, che prevedono forme di collaborazione tra enti e futuri inquilini. «L'idea è supportare la cosiddetta “fascia grigia”, coloro che cioè si sono trovati improvvisamente in difficoltà economiche - ha spiegato Elena Marchigiani, assessore comunale Politiche della casa -. Con questi progetti si vuole recuperare un patrimonio di alloggi che rischia di rimanere sfitto per carenza di interventi manutentivi». Infine il punto di vista del mercato privato. «Per affrontare l'emergenza abitativa serve il coinvolgimento di attori diversi ma attraverso un unico modello di intervento», ha puntualizzato Donato Riccesi, presidente Ance Trieste: «Bisogna cioè guardare le cose in modo diverso, alla luce delle mutate esigenze».
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