Aids in Fvg, quarantenni i più contagiati
TRIESTE. 39 anni, maschio. La maggior parte di chi contrae il virus dell’Hiv in regione ha queste caratteristiche. Se il fenomeno è in lieve calo, in Friuli Venezia Giulia come nel resto d’Italia, educazione e informazione sul tema sono ancora carenti. «Prevenzione» è la parola d’ordine lanciata dal direttore regionale dell’Area promozione salute e prevenzione Paolo Pischiutti.
Come detto, la contrazione dell'Hiv è un fenomeno in lieve calo, in regione come nel resto del paese. Nel corso del 2016 a livello nazionale le nuove diagnosi sono state 3451: meno di 3500, per la prima volta dallo scoppio dell’epidemia. Stando ai dati forniti dalla Direzione centrale salute Fvg, in regione tra il 2010 e il 2017 le nuove diagnosi sono state 656: dalle 82 del 2010 si è arrivati alle 46 del 2016 e alle 24 del 2017. Bisogna tuttavia compiere delle precisazioni. Spiega Pischiutti: «Tra il momento della diagnosi nelle strutture sanitarie e quello in cui la notifica perviene alla Regione intercorre un lasso di tempo.
I dati relativi agli ultimi due anni sono da considerarsi pertanto rappresentativi ma non esaustivi». Dal quadro regionale emerge una marcata differenza di genere: l’81,1% dei casi totali riguarda maschi e il 50%, sempre dei casi totali, riguarda maschi che fanno sesso con altri maschi (msm).
Il direttore regionale dell’Area promozione salute e prevenzione spiega: «Il dato non ha a che vedere con l’omosessualità in sé bensì con comportamenti che possono riguardare tutti: i rapporti anali sono quelli che più di frequente possono causare lesioni, veicolo di trasmissione del virus. Molti sono gli eterosessuali infetti: ciò si imputa in genere alla frequenza di rapporti sessuali a pagamento non protetti».
I soggetti stranieri rappresentano infine il 27% del totale. Di questi il 44% è costituito da donne, in controtendenza rispetto al dato generale: tra la popolazione italiana le donne rappresentano solo il 10%. Una discrepanza tra il dato nazionale e quello regionale si riscontra invece a proposito dell’età media di chi contrae l’Hiv. Se il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha di recente dichiarato che a essere più esposti sono soprattutto i giovani sotto i 25 anni a causa della loro «allarmante diminuzione della percezione del rischio», secondo i dati resi noti dalla Regione Fvg il 61,6% dei sieropositivi ha tra i 30 e i 49 anni. Stando ai casi registrati nell’ultimo anno, l’età media di chi è sieropositivo è di 39 anni e qualche mese. Pischiutti legge così i dati: «Se i giovani erano molto più rappresentati in passato, ciò era legato alle modalità di contrazione dell’infezione. Dal 1985, ovvero l’anno in cui è stato istituito in Regione un sistema di sorveglianza sul tema, si rileva una continua riduzione delle diagnosi attribuibili allo scambio di siringhe non sterili in consumatori di droghe per via endovenosa (idu) – continua –. Oggi, in sostanza, la principale strada di diffusione del contagio non sono più le siringhe bensì i rapporti sessuali non protetti: la fascia di età più rappresentata nella statistica è quella della popolazione sessualmente più attiva e cioè gli adulti».
Il bar della stazione di Reggio Emilia frequentato dai libertini di Pier Vittorio Tondelli è lontano, insomma, e in Friuli Venezia Giulia il fenomeno della diffusione dell’Hiv è imputabile soprattutto alla carenza di sensibilizzazione, informazione e prevenzione. Che fare dunque?
«Usare il preservativo», chiosa il direttore regionale dell’Area salute. «L’Aids è vista come uno spauracchio ma il problema riguarda tutte le malattie sessualmente trasmissibili – prosegue Pischiutti –. È un problema di educazione: non si sa come proteggersi in maniera adeguata. Se è vero che l’Aids non è più mortale, questa notizia non deve avere un effetto rilassante: si tratta di una malattia lunga, dalla terapia estenuante e da cui a volte non si guarisce mai. L’imperativo è: prevenire!». Il test Hiv si può effettuare in maniera anonima e gratuita nei due Centri per le malattie a trasmissione sessuale di Trieste (via Gatteri 25/1) e Gorizia (via Vittorio Veneto, 171) oltre che all’Ambulatorio Hiv-Mst di Udine e a Pordenone, al Centro anziani di Torre.
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