Ai tempi dell’Austria Gorizia contava sei parlamentari

PUNTI DI VISTA
Nell’Impero d’Austria le ultime elezioni si tennero nel 1911, con il suffragio universale maschile senza limiti di censo istituito 5 anni prima. I deputati eletti dagli abitanti della Cisletania (senza cioè l’Ungheria) furono 516 alla Camera dei Rappresentanti, Reichsrat, alla quale si affiancava quella dei Signori, Herrenhaus, sorta di senato di 291 membri, metà di nomina imperiale, gli altri seggi ereditari di clero e nobiltà.
Dei 516 deputati Trieste, con 218 mila abitanti ne contava 5, mentre 6 il distretto di Gorizia con 260 mila: tre sloveni (Josip Fon e Anton e Gustavo Gregorio) e tre italiani (Dionisio Ussai, magistrato, poeta di San Rocco e amico dell’architetto Lasciac; Giuseppe Bugatto, friulano di Aiello; e Luigi Faidutti)
Nell’ultima seduta Luigi Faidutti in marilenghe disse: «Se ducj nus bandonin, nus judarìn bessôi. Dio che fedi il rest. No uarìn che nissun disponi di nô, sensa di nô» («Se tutti ci abbandonano, ci aiuteremo da soli. Che Dio faccia il resto. Non vogliamo che nessuno disponga di noi senza di noi»). Lo disse a conclusione del memorabile intervento per l’autodeterminazione del popolo friulano, progetto coraggioso assieme a Bugatto per il quale ambedue dopo la guerra divennero traditori della patria e costretti all’esilio: Bugatto in Austria e poi in Vaticano, Faidutti prima al Vaticano e poi in Lituania.
Ma il più importante politico fu senz’altro Francesco Coronini-Cromberg (1833-1901), figlio di quel Giovanbattista di San Pietro che di Francesco Giuseppe fu precettore fino al 1848. Militare a 15 anni nei dragoni, da tenente dei corazzieri partecipò alla guerra franco-prussiana del 1866. Gravemente ferito a Sadowa, si congedò a 33 anni col grado di colonnello per ritirarsi a Gorizia, iniziando la carriera politica nel 1870 a capo della Provincia che allora si chiamava Contea Principesca di Gorizia e Gradisca. L’anno dopo fu eletto alla Camera di Vienna, dapprima con la sinistra per transitare coi progressisti e diventare presidente della Camera stessa nel 1879, fino alle dimissioni per contrasti politici nel 1881 e la formazione di un proprio partito di spirito liberal, il Coronini Club.
Stanco sessantaduenne, nel 1895 si dimise pure da parlamentare per poi essere nominato due anni dopo alla Camera dei Signori, che vide sue rare partecipazioni dopo il ritiro nella tenuta di San Pietro, dove morì nel 1901 all’età di 68.
Sei parlamentari contava l’Isontino un secolo fa, oggi uno, domani chissà… –
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