Agrusti sarà il nuovo capo della finanza Rai

In carica dal 4 aprile Raffaele, ex direttore generale delle Assicurazioni Generali allontanato da Mario Greco: «Mi ha colpito l’entusiasmo di Campo Dall’Orto e il suo progetto innovativo»
Raffaele Agrusti
Raffaele Agrusti

TRIESTE. Raffaele Agrusti sarà il nuovo capo della finanza della Rai. L’ex top manager delle Generali è stato scelto dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto dopo una selezione affidata ai cacciatori di teste di Stuart Spencer che alla fine hanno proposto al dg una ristretta rosa di nomi. Un cambio di rotta a sorpresa per l’ex Cfo del Leone che assumerà l’incarico dal 4 aprile. Dopo i 30 anni trascorsi nella compagnia triestina (finiti nell'era dominata da Mario Greco con un addio turbolento fra pesanti scontri legali), Agrusti ora dovrà occuparsi del risanamento finanziario della Tv di Stato sempre più al bivio fra televisione commerciale e servizio pubblico.

Campo Dall’Orto sembra pronto ad avviare una decisa sterzata alla gestione della tv pubblica, nella new wave voluta dal governo Renzi, affidandosi proprio all’ex uomo della finanza del Leone. Sarà Agrusti a gestire fra l’altro l’utilizzo dei 300 milioni che proverranno dal pagamento del canone in bolletta. Determinante nella scelta di Antonio Campo Dall’Orto è stata la storia professionale del manager che per anni ha governato sui conti di un big assicurativo che si estende su una quarantina di Paesi.

Antonio Campo Dall'Orto, neo-direttore generale della Rai
Antonio Campo Dall'Orto, neo-direttore generale della Rai

Il manager di Casarsa della Delizia, che ha conosciuto i salotti buoni della grande finanza, ora dovrà immergersi come uomo dei conti nella complessa struttura della tv di Stato: «Ho accettato l’incarico dopo qualche perplessità iniziale perchè mi ha convinto il progetto innovativo di Campo Dall’Orto e il suo grande entusiasmo», spiega Agrusti che si prepara a questa nuova avventura professionale «con spirito di servizio».

Per anni la Rai è stata percepita come un azienda ingovernabile anche perchè sottoposta all’influenza dei partiti all’insegna della vecchia lottizzazione. Ora domina la legge del mercato in una fase in cui l’azienda deve misurarsi con una fase di importante consolidamento dei colossi dei media in Europa. E sullo sfondo c’è una concorrenza forte nel settore grazie a una possibilità di accesso quasi infinita ai contenuti sul digitale o sul web. Agrusti, che sostituirà Camillo Rossotto passato alla Lavazza, è stato convinto così dalla portata del progetto del direttore generale della Rai, manager che proviene dal mondo della televisione, con l’obiettivo di coniugare la funzione di servizio pubblico a quello di tv commerciale: «Sono convinto che la Rai debba guardare al conto economico come una grande azienda privata», spiega Agrusti che si prepara a studiare in profondità il business di un’azienda strategica anche per il suo enorme patrimonio di risorse creative e intellettuali.

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