Entra in casa dell’ex compagna e spacca la faccia al suo amico
A processo un 34enne a Trieste. La vittima è finita in ospedale con fratture al volto. L’aggressore dovrà rispondere anche di stalking nei confronti della donna

È entrato in casa della ex compagna, a cui era andato a fare visita. Ha trovato un suo amico, lo ha minacciato di morte e gli ha sferrato una serie di pugni al volto, facendolo cadere per terra in una pozza di sangue. Poi ha preso a schiaffi la ragazza, quindi è sceso in strada e ha danneggiato l’auto dell’uomo che aveva colpito poco prima.
Sono numerosi i reati di cui dovrà rispondere un trentaquattrenne casertano, residente a Trieste. Perché, oltre a questa aggressione, è accusato anche di atti persecutori nei confronti della ex. Ora è in carcere, visto che prima ha violato l’ordinanza del gip di divieto di comunicazione e di avvicinamento alla ragazza, poi anche la conseguente detenzione ai domiciliari.
Sul caso ha indagato il pm Lucia Baldovin. Il magistrato ha chiuso l’inchiesta e ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato, disposto dal gup Manila Salvà. La vicenda è ora a dibattimento davanti al Tribunale in composizione monocratica (giudice Francesco Antoni).
L’episodio violento risale al 16 maggio dell’anno scorso: il trentaquattrenne, con quei pugni aveva causato all’amico della donna la frattura dello zigomo sinistro, dei denti e un trauma cranico. L’uomo era stato ricoverato in ospedale a lungo e anche sottoposto a interventi. Come detto, pure la ragazza era stata percossa con degli schiaffi.
I successivi danni alla vettura, quel giorno posteggiata in via dell’Istria, sono stati documentati: il trentaquattrenne aveva rotto il lunotto, il parabrezza lo specchietto e aveva rovinato la fiancata.
Ma negli atti processuali sono contestati altri fatti. La ex compagna, stando alla denuncia, avrebbe subìto ripetute scenate di gelosia. Durante le liti l’uomo le avrebbe anche rotto alcuni oggetti personali. La donna, inoltre, sostiene che l’ex compagno le inviava di continuo messaggi per sapere dove si trovasse. Non solo. Nonostante la fine della relazione il trentaquattrenne non aveva smesso con i suoi incessanti tentativi di mettersi in contatto con la donna. L’uomo l’aspettava sotto casa al mattino presto o nelle vicinanze del luogo di lavoro. La giovane si era ritrovata a vivere in un incubo, tanto che a un certo punto era stata costretta a chiedere ospitalità a un’amica e al padre. Tutto questo – secondo quanto riferito dalla vittima – si è protratto da ottobre del 2023 a maggio dell’anno scorso.
In seguito alla denuncia, il 23 maggio era scattata a carico del trentaquattrenne l’ordinanza di divieto di avvicinamento e di comunicazione con la ex: il provvedimento era stato emesso dal gip del Tribunale di Trieste. Ma l’uomo aveva cercato di incontrala comunque; a quel punto il giudice aveva imposto gli arresti domiciliari; dai quali, come detto, l’indagato era evaso. E per questo motivo è finito in carcere al Coroneo, dove risulta detenuto.
Nel corso dell’ultima udienza di dibattimento sono state sentite le vittime (l’amico aggredito e la ragazza perseguitata, difesi rispettivamente dall’avvocato Sara Pecchiari e dall’avvocato Eleonora Sponza del Foro di Trieste); nella prossima udienza del 16 aprile saranno auditi altri testi del pm. L’imputato è assistito dall’avvocato Giulia Tescione del Foro di Santa Maria Capua Vetere, sostituita dall’avvocato Lucrezia Chermaz. —
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