Aggressione a Jesolo, due triestini nei guai

Entrambi di 26 anni, indagati per lesioni gravissime. Individuati grazie ai video delle telecamere e alle perquisizioni in casa
DE POLO - DINO TOMMASELLA - JESOLO - FORZE DELL'ORDINE E AMBULANZA SUEM IN PIAZZA MAZZINI
DE POLO - DINO TOMMASELLA - JESOLO - FORZE DELL'ORDINE E AMBULANZA SUEM IN PIAZZA MAZZINI

JESOLO. Pestaggio barbaro in piazza Mazzini a Jesolo, la polizia locale individua gli aggressori che avevano malmenato un bellunese in piena estate il 4 agosto scorso. Sono due triestini, rintracciati a distanza di mesi dopo accurate indagini che hanno passato al setaccio i social e si sono appoggiate addirittura su esami del Dna.

Una brillante operazione della polizia locale jesolana che ha permesso di arrivare ai malviventi che la notte tra il 4 e il 5 agosto avevano scatenato una rissa in piazza Mazzini, subito sedata dagli agenti. L’altra persona coinvolta era rimasta gravemente ferita a causa di un forte calcio in pieno volto. Nella galleria Maxim i due triestini avevano aggredito un uomo di 40 anni, di Belluno. Prima le provocazioni, poi la lite, quindi era stato sbattuto a terra e colpito con il calcio. Aveva riportato gravissime ferite e varie fratture agli zigomi, al naso, alle ossa dell’orbita oculare. Poteva rischiare la vita. I due si erano allontanati assieme ad altri amici, lasciando l’uomo a terra. Gli agenti avevano però identificato uno degli amici degli aggressori, rimasto indietro, e acquisito il video registrato dalle telecamere della zona. Video nel quale erano riprese tutte le fasi dell’aggressione. Erano così scattate le indagini sul giovane identificato, di Trieste, e contemporaneamente ricostruite le amicizie sui social network.

Gli agenti della municipale avevano trovato tutti gli amici che si erano recati a Jesolo quella notte per festeggiare un addio al celibato. Informata l’autorità giudiziaria, erano stati acquisiti i tabulati telefonici che avevano confermato inequivocabilmente la presenza di quelle persone a Jesolo.

Sulla base di questi elementi è stata richiesta una perquisizione domiciliare lo scorso 15 dicembre, con il sequestro dei vestiti indossati dai due giovani triestini e dei loro cellulari. I due aggressori sono S.C. e G.F., entrambi di 26 anni. Rispondono esattamente alle immagini acquisite e nelle loro rispettive abitazioni avevano ancora indumenti identici a quelli indossati la notte dell’aggressione. Il primo si trovava a Trieste, mentre il secondo è stato rintracciato e raggiunto a Bari, dove si trovava per ragioni professionali. Ora sono indagati per lesioni gravissime in concorso. L’operazione si è conclusa a distanza di mesi grazie alla preparazione e determinazione del comando della polizia locale che ha saputo indagare accuratamente con i suoi investigatori senza lasciare nulla al caso.

I due triestini sotto accusa rischiano anche di dover pagare un consistente risarcimento dei danni provocati alla vittima.

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