Aggredita a Montebello, è stato tentato stupro

Carabinieri a caccia di testimoni: si cerca di risalire ai passeggeri dell'autobus D. La ragazza è stata anche morsa
Via Montebello e cavalcavia, zona dove sarebbe avvenuto lo stupro
Via Montebello e cavalcavia, zona dove sarebbe avvenuto lo stupro

TRIESTE. Si stringe il cerchio sull'uomo che nella notte tra mercoledì e giovedì ha tentato di abusare di una giovane che era appena scesa dall'autobus alla fermata di Montebello. La giovane che fin da subito è stata interrogata a lungo dagli inquirenti avrebbe fornito infatti una serie di indicazioni ritenute fondamentali riguardo non solo l'aspetto dell'aggressore, ma anche altri particolari che presto potrebbero portare presto alla sua identificazione. L'uomo è stato descritto dalla vittima stessa, in ragione della carnagione, del taglio e del tipo di capelli, come «verosimilmente straniero». Ma i carabinieri stanno anche cercando di risalire ad alcuni dei passeggeri del bus della linea D, partito da piazza
Goldoni e diretto in via Cumano, sul quale viaggiavano la ragazza e anche il suo aggressore. E anche, da quanto appreso, ad alcuni abitanti delle case vicine. A quanto pare, qualcuno, svegliato dalle urla di terrore della ragazza, si sarebbe affacciato dalla finestra del proprio appartamento. Non solo: sarà poi nuovamente sentita anche l'automobilista che aveva spinto l'aggressore alla fuga suonando insistentemente il clacson per poi far entrare la ragazza terrorizzata nella sua vettura. Dalla quale poi sono stati chiamati i carabinieri. Tutti questi elementi saranno in breve esaminati e confrontati dagli investigatori. Ma i militari stanno anche controllando altri due aspetti solo apparentemente marginali. Aspetti che potrebbero essere anche determinanti proprio per l'identificazione dell'uomo. Il primo è rappresentato dai filmati delle telecamere posizionate nella zona di viale Ippodromo. Che potrebbero aver immortalato in alcuni fotogrammi proprio la fuga dell'aggressore. Il secondo è quello classico, applicato in moltissime indagini, dell'esame dei tabulati telefonici relativi all'area interessata e all'orario dell'episodio. Certo è che quanto avvenuto non è stato un'aggressione a scopo di rapina, ma un vero e proprio tentativo di violenza sessuale. Secondo la ricostruzione, l'uomo ha cercato di abbassare i pantaloni della ragazza fino alle cosce e l'ha morsicata più volte sul collo, all'altezza della giugulare. E anche sulla guancia. Si è fermato solo quando si è reso conto che la situazione stava precipitando. E cioè quando l'automobilista che si trovava a una decina di metri si è resa conto di quello che stava accadendo e ha suonato il clacson. Così l'aggressore è fuggito portando via la borsetta della ragazza. Che dopo pochi metri ha gettato a terra. Ma prima ha preso il portafoglio e il cellulare della vittima. La borsa, si è saputo, è stata ritrovata poco dopo l'allarme dagli stessi carabinieri. Sul posto infatti sono giunte due pattuglie del Radiomobile. Mentre due militari hanno prestato soccorso alla giovane che era in stato di choc (è giunta poi un'ambulanza del 118), gli altri due hanno battuto al setaccio la zona cercando di raggiungere l'aggressore. E in questa ricerca hanno poi trovato la borsetta della ragazza alla quale erano stati appunto sottratti il telefono cellulare e il portafoglio contenente circa venti euro.

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