Aggredisce un infermiere al Pronto soccorso di Monfalcone: arrestato
Protagonista lo stesso cittadino marocchino ferito gravemente in via Romana prima di Natale e identificato dalla Polizia sabato notte. Ieri sera, ubriaco, era stato portato al San Polo dal 118
L'avevamo lasciato, sabato notte verso le 2, al Pronto soccorso di Monfalcone. Portato lì dall’ambulanza che l’aveva prelevato dal Commissariato, dopo una serata dai contorni ancora tutti da decifrare. Per curare contusioni ed ematomi visibili sul suo volto tumefatto, presenti già all’arrivo della Polizia e forse frutto di percosse. Ebbene, il cittadino di nazionalità marocchina – lo stesso 33enne che la notte tra il 19 e il 20 dicembre scorsi era stato accoltellato in un appartamento al secondo piano di via Romana – è rispuntato meno di 24 ore dopo nuovamente al Pronto soccorso del San Polo. Dove ha estratto un coltello. Ha aggredito un infermiere, che per fortuna alla fine ce l’ha fatta a disarmarlo. E, prima di essere arrestato dagli agenti della Volante accorsi in via Galvani, è riuscito pure a danneggiare separé, suppellettili e un mobile del presidio. Insomma, il caos.
L’infermiere, senz’altro abile nel neutralizzare la lama dell’aggressore, è stato colpito – presumibilmente da un pugno – alla spalla destra nel corso della colluttazione, avvenuta verso le 23. E per questo ha riportato otto giorni di prognosi. Il cittadino marocchino, invece, è stato trasferito in carcere, accusato di lesioni aggravate a carico del personale sanitario e danneggiamento dei beni ospedalieri. Il fermo di S. E., queste le iniziali dell’uomo, è scattato in virtù della nuova normativa in vigore dal 2024. Che prevede anche l’arresto in differita. Il decreto, approvato il 27 settembre dal Consiglio dei ministri, inasprisce infatti le pene in caso di danneggiamento alle strutture sanitarie. L’articolo 2 in particolare prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in differita per le lesioni personali commesse nei confronti di professionisti sanitari e socio-sanitari e dei loro ausiliari, nonché per il danneggiamento dei beni destinati all’assistenza. L’arresto può esser disposto nei confronti del soggetto identificato come presunto autore del reato, sulla base di video, foto o altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica che attestino, in modo inequivocabile, le circostanze contestate.
L’antefatto, dunque. In condizioni di palese ebbrezza il 33enne era stato segnalato, domenica sera, in piazza della Repubblica. Già sabato una Volante, assieme a un connazionale e ad altri due cittadini bengalesi che su asserita minaccia di un coltello, poi non rivenuto, stavano scappando da piazza Cavour, lo aveva identificato e condotto in Commissariato, per chiarire la vicenda in questione. Non c’erano stati strascichi. Così domenica, una volta raccolto dalla strada, gli operatori sanitari l’hanno trasportato al Pronto soccorso per la necessaria assistenza. Resa non semplice: il cittadino marocchino, che accusava anche dolori diffusi al costato, pare non parli fluentemente l’italiano. Da rilevare che sempre S.E., dopo l’accoltellamento a ridosso di Natale, era stato trasportato con urgenza a Cattinara e sottoposto a un intervento chirurgico, ma poche ore dopo e contro il parare dei medici aveva lasciato l’ospedale, dietro dimissioni volontarie.
Giunto dunque ieri notte al San Polo, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe assunto toni aggressivi, che hanno allarmato il personale sanitario. Non bastasse, sempre secondo i resoconti trapelati, ha estratto un coltello. Sicché solo grazie alla freddezza dell’infermiere, intervenuto assieme alla guardia giurata predisposta da Asugi proprio per far fronte a simili episodi, il 33enne è stato disarmato. Il personale, nel frangente, stava già provvedendo ad allertare le forze dell’ordine, subito giunte in via Galvani. —
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