Aggredì il soccorritore, chiesto il giudizio
Tentato omicidio. È questa l’accusa a carico di Zdravko Brajdic, 48 anni. Per il pm Massimo De Bortoli - che ha chiesto il rinvio a giudizio - è il responsabile dell’aggressione a Michele Sterle, 22 anni avvenuta nella pineta di Barcola. Con una bottiglia spezzata l’ha ferito all’addome, al fianco e al braccio. Zdravko Brajdic è difeso dall’avvocato Sonia Bernardis. L’udienza davanti al giudice Laura Barresi è stata fissata per venerdì.
L’episodio porta la data dello scorso 11 giugno. Michele Sterle stava festeggiando nei pressi della fontana di Barcola la fine della scuola. Secondo la ricostruzione della polizia Brajdic, che era ubriaco, dopo essere caduto per conto suo, se l’era presa con chi aveva avuto l’unica colpa di andarlo ad aiutare. Con una bottiglia spezzata aveva affrontato Michele Sterle. Fortunatamente i soccorsi erano stati veloci, perché il giovane stava rischiando di morire dissanguato. Gli era stato subito applicato il “tourniquet”, un particolare laccio emostatico che era stato utilizzato per la prima volta dai soldati americani impegnati nella guerra del Golfo.
Doveva essere, come detto, una serata di festa in occasione dell’ultimo giorno di scuola. Un gruppo di giovani era andato a Barcola dopo aver mangiato una pizza. Un uomo estraneo alla compagnia, poi identificato per Zdravko Brajdic, secondo le numerose testimonianze aveva iniziato a importunarli. Battute e, pare, apprezzamenti non graditi verso qualche ragazza. Dopo numerosi inviti, i ragazzi erano riusciti a convincerlo ad allontanarsi. Nel farlo, però, il croato, chiaramente alterato dall’alcol, era caduto a terra mandando in frantumi il collo di una bottiglia di limoncello che aveva con sé. È stato a questo punto che un giovane del gruppo lo aveva avvicinato e gli aveva teso una mano per aiutarlo a rialzarsi. Ma la reazione, secondo la ricostruzione della polizia, era stata spropositata e inattesa.
Zdravko Brajdic era scattato in avanti e, brandendo il collo della bottiglia, aveva aggredito proprio il ragazzo che lo stava soccorrendo. Lo aveva colpito, appunto, all’addome e a un fianco. L’altro per proteggersi aveva alzato un braccio. Ma i colpi lo avevano raggiunto causandogli una profonda ferita. Nel parapiglia era stato colpito anche un altro ragazzo - minorenne - che faceva parte dello stesso gruppo di studenti.
Sul posto era giunta un’ambulanza del 118. I sanitari si erano immediatamente resi conto delle gravi condizioni del ferito, che era riverso a terra e stava perdendo molto sangue, privo di sensi. Come detto, per fermare l'emorragia era stato applicato il particolare laccio emostatico che in breve aveva bloccato la fuoriuscita del sangue. Nel frattempo erano arrivati gli agenti della Squadra volante che avevano arrestato il croato. (c.b.)
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