Agenzia delle Entrate: atti a rischio nullità a Trieste. Arrivati i primi ricorsi

Spuntano anche in città cartelle che non sono state firmate da un dirigente e quindi contestabili. L’ultima parola alla Consulta

È un autentico polverone quello sollevato da una recente sentenza del Tar del Lazio, poi avallata dal Consiglio di Stato, che rischia di mettere in crisi l'intero sistema di riscossione fiscale. E in questo scenario non fa eccezione la provincia di Trieste.

Migliaia di atti firmati dalla Direzione dell'Agenzia delle Entrate e le conseguenti cartelle esattoriali notificate da Equitalia nel corso di questi ultimi anni, rischiano di non essere valide e di risultare quindi soggette ad annullamento, in quanto sottoscritte da personale privo di qualifica. Il Tribunale amministrativo ha infatti dichiarato «illeciti e illegittimi quasi 800 incarichi dirigenziali (767 per la precisione) conferiti a semplici impiegati, privi dei requisiti di dirigente, essenziali per la validità degli stessi atti». L'ultima parola su una vicenda spinosa e intricata spetterà alla Corte costituzionale, ma è chiaro che la questione ha già messo in guardia, anche in città, tutti coloro che sono stati raggiunti da avvisi di pagamento e dalla relativa notifica delle cartelle esattoriali, aprendo di fatto la porta ai ricorsi.

Interpellata sulla questione, la Direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate fa sapere che «alla data odierna sono pochissimi i ricorsi presentati sul territorio (sei in regione, due dei quali a Trieste) e peraltro fondati su questioni formali: più “cavilli” che reali contestazioni sugli accertamenti».

Ma lo stato delle cose potrebbe cambiare repentinamente nel caso la Corte costituzionale avvalorasse le precedenti sentenze del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato, con quest'ultimo che ha chiamato in causa per le stesse motivazioni anche Equitalia «in qualità di agente della riscossione e in quanto concessionario di un pubblico servizio».

Potrebbe dunque scatenarsi un vero e proprio terremoto sul fisco, che rischierebbe a quel punto di veder svanire la cifra - pari a centinaia di migliaia di euro - destinata a entrare nelle casse statali per effetto delle riscossioni.

Dalla sede locale di Equitalia non arrivano chiarimenti, mentre il direttore di Esatto Davide Fermo si limita ad affermare che nel corso degli ultimi anni anche la società del Comune di Trieste «si è affidata a Equitalia per la riscossione coattiva di pagamenti, riconducibili per lo più alla Tassa sui rifiuti e alle infrazioni del Codice della Strada».

Decisamente sul piede di guerra invece le associazioni dei consumatori: «È l'ennesimo malfunzionamento del sistema statale e la solita mancanza di rispetto per i cittadini - afferma Angelo D'Adamo, presidente di Federconsumatori Trieste -. Se tutto ciò venisse confermato sarebbe un fatto gravissimo che darebbe luogo a ricorsi infiniti».

Sulla stessa lunghezza d'onda Antonio Ferronato, presidente regionale dell’Adoc: «Siamo abituati a un confusione totale e i cittadini più che amareggiati ormai si sentono depressi - dichiara -. È la conferma di un sistema statale che non si dimostra all'altezza della situazione, peraltro in un settore delicato come quello della riscossione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo