Agenti uccisi, via libera alla superperizia 3 esperti esamineranno la mente del killer

TRIESTE Il giudice per le indagini preliminari Massimo Tomassini ha accolta la richiesta di perizia psichiatrica che era stata presentata due settimane fa dagli avvocati difensori di Alejandro Augusto Stephan Meran, il 29enne dominicano che il 4 ottobre ha ucciso in Questura gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta.

La perizia sarà collegiale e l’esito, atteso entro luglio, avrà valore di prova nel processo perché sarà acquisita nelle forme dell’incidente probatorio, nel contraddittorio delle parti. I periti dovranno stabilire, in sintesi, se Meran al momento dei due omicidi e degli otto tentati omicidi fosse capace di intendere e di volere, stabilendo se possa partecipare al procedimento giudiziario che lo riguarda.
A formulare la richiesta di incidente probatorio sono stati i legali Paolo Bevilacqua del foro di Gorizia e Francesco Zacheo del foro di Lecce. Nella loro istanza avevano ricostruito i comportamenti del giovane dominicano nel periodo precedente al 4 ottobre e nei mesi in custodia cautelare, costellati da ricoveri in ospedale. Già all’inizio, dalla relazione del servizio di sanità penitenziaria del carcere di Trieste era emerso un «contegno autolesionistico e di rifiuto del trattamento medico».
Al Coroneo Meran si era lasciato andare a comportamenti violenti, rendendosi protagonista anche di ripetuti danneggiamenti: aveva distrutto un tavolo e il televisore che si trovava nella cella, inoltre aveva minacciato gli agenti della Penitenziaria. Solo pochi giorni dopo, aveva di nuovo dato in escandescenze e gli agenti erano intervenuti con i mezzi di protezione: il giovane dominicano aveva cercato di aggredirli brandendo un manico di scopa.
Meran era stato trasferito in dicembre nel carcere speciale di Verona Montorio, ma la situazione non era migliorata. Anzi. Subito dopo il suo arrivo era scattato il primo Tso per scompenso psicotico e delirio paranoide. Quindi altri due Tso, a dicembre e a inizio gennaio. Aveva trascorso anche un periodo di una settimana in terapia intensiva. In una relazione clinica del 17 gennaio si evidenziavano «intensa agitazione psicomotoria con gravi disturbi del comportamento, del contenuto di pensiero con tematiche megalomaniche (il paziente si convince di avere poteri psicofisici straordinari, ndr) e persecutorie». Infine, il quarto Tso in febbraio. Ora le sue condizioni sembrano essersi stabilizzate ed è stato possibile farlo tornare nel carcere di Verona Montorio, pur costantemente in regime di osservazione psichiatrica.
Nella richiesta presentata al gip venivano tratteggiati anche i contorni del nebuoloso periodo che il giovane dominicano trascorse in Baviera, prima di trasferirsi a Trieste assieme alla madre e al fratello. In Germania era stato sottoposto a ricovero coatto al reparto psichiatrico di una clinica di Taufkirchen, dopo la sua sconcertante e ormai nota “incursione” aeroportuale: guidando un’auto rubata si era lanciato contro le barriere di protezione dell’aeroporto di Monaco e dopo averle sfondate era salito su un cargo fermo sulla pista, sostenendo «di essere un angelo e di dover volare in Brasile per volontà di Dio». «Soffre di allucinazioni ottiche e acustiche, parla con Dio, sostiene di comunicare col pensiero con tutti gli uomini del mondo e ha reazioni irose» avevano rilevato i sanitari bavaresi.
A fronte di un quadro del genere Tomassini ha dunque ritenuto che ci siano i presupposti per procedere con la perizia sulle condizioni mentali di Meran al momento dei fatti in modo da poter accertare la sua capacità di partecipare coscientemente al processo, il livello di pericolosità sociale e la compatibilità con la detenzione carceraria. Tomassini nominerà come propri periti gli psichiatri Mario Novello, Ariadna Baez e Gaetano Savarese. —
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