Agenti uccisi in Questura a Trieste, la Cassazione conferma: “Meran assolto per vizio di mente”

Gianpaolo Sarti
I “figli delle stelle” uccisi da Meran. Nell'articolo i fotogrammi di quel tragico pomeriggio
I “figli delle stelle” uccisi da Meran. Nell'articolo i fotogrammi di quel tragico pomeriggio

TRIESTE Ormai era nell’aria, dopo che proprio la Procura generale della Cassazione, nei giorni scorsi, aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso contro la sentenza di assoluzione avanzato dal procuratore generale della Corte di appello di Trieste Carlo Maria Zampi.

Dunque assoluzione confermata anche dalla Corte Suprema, martedì a Roma, per Alejandro Augusto Stephan Meran, il trentatreenne che il 4 ottobre 2019 aveva ucciso gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego nella sparatoria in Questura.

Un fermo immagine del video diffuso dalla Questura di Trieste sulla sparatoria avvenuta venerdi scorso e che inquadrano Alejandro Stephan Meran, l'assassino degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. ANSA/POLIZIA DI STATO +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++
Un fermo immagine del video diffuso dalla Questura di Trieste sulla sparatoria avvenuta venerdi scorso e che inquadrano Alejandro Stephan Meran, l'assassino degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. ANSA/POLIZIA DI STATO +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

La Corte ha accolto il parere del sostituto procuratore generale della Cassazione Antonietta Picardi che si è appunto pronunciata per l’inammissibilità. A chiederla, dopo le assoluzioni in primo e secondo grado, sono stati anche gli avvocati di Meran, Paolo e Alice Bevilacqua.

Un fermo immagine del video diffuso dalla Questura di Trieste sulla sparatoria avvenuta venerdi scorso e che inquadrano Alejandro Stephan Meran, l'assassino degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. ANSA/POLIZIA DI STATO +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++
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All’assassino dei due poliziotti è stata quindi riconosciuta l’incapacità di intendere e di volere (seppur attraverso varie perizie con esito diverso). Di qui l’assoluzione. Vista la pericolosità sociale – su questo sono d’accordo tutti – l’assassino dovrà rimanere in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) per almeno trent’anni. Il dominicano ora si trova in una struttura in provincia di La Spezia.

Le reazioni

Il pronunciamento della Cassazione, come si può immaginare, ha innescato una ridda di reazioni. A cominciare da quella del vicepremier Matteo Salvini: «Questa non è giustizia – così sulla sua pagina Instagram – chissà se tutti coloro che a sinistra hanno criticato i poliziotti in questi giorni si ricorderanno di queste giovani vite stroncate, senza che nessuno abbia mai pagato».

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Un fermo immagine del video diffuso dalla Questura di Trieste sulla sparatoria avvenuta venerdi scorso e che inquadrano Alejandro Stephan Meran, l'assassino degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. ANSA/POLIZIA DI STATO +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++ NPK

Duro l’intervento di Fervicredo (l’associazione Feriti e vittime della criminalità e del dovere), per voce dell’avvocato Valter Biscotti: «Si è consumata una vera e propria ingiustizia nei confronti delle vittime».

I sindacati di polizia esprimono profonda amarezza. «Quella di oggi è l’ennesima delusione per gli esiti di questo procedimento che ha visto trucidati Matteo e Pierluigi mentre svolgevano il loro servizio per la collettività sulle volanti di Trieste», ripercorre il segretario generale del Sap Stefano Paoloni.

«Meran ha agito con fredda e determinata lucidità, pertanto questa sentenza, assieme alle polemiche degli ultimi giorni sul nostro operato nei servizi di ordine pubblico, svilisce ulteriormente il nostro ruolo e la nostra funzione di servizio in favore della collettività».

Così il sindacato di Polizia Fds Polizia: «Negato l’unico spiraglio per poter donare almeno quel poco di sollievo ai familiari delle vittime», afferma il segretario provinciale Alessio Edoardo. E il Coisp: «La sentenza della Corte di Cassazione ci lascia basiti – rileva il segretario generale Domenico Pianese – due giovani servitori dello Stato resteranno per sempre senza giustizia».

Disappunto anche dall’avvocato Maria Cristina Birolla, che ha difeso la famiglia Rotta: «Sono state intraprese tutte le strade possibili – osserva – non è andata come si sperava».

Soddisfazione, invece, da parte dei legali di Meran, gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua: «La correttezza del percorso giuridico che ha portato, nei due gradi di giudizio di merito, all’affermazione dell’incapacità di intendere di volere di Meran al momento del fatto, ha ricevuto l’avallo definitivo della Suprema Corte che mette, oggi, una pietra definitiva sul processo, relegando al percorso sanitario Rems la presa in carico dell’infermità». —

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