Agenti uccisi in Questura a Trieste, chiesto il processo per Meran
L’udienza preliminare è fissata il 7 giugno davanti ai gup Luigi Dainotti.
TRIESTE La Procura ha chiesto il processo per il dominicano Augusto Meran, l’assassino dei due giovani poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta.
Il pm Federica Riolino ha chiuso le indagini e ha avanzato formalmente la richiesta di rinvio a giudizio. Un passo decisivo per il drammatico omicidio in Questura, avvenuto il 4 ottobre del 2019. Da indagato, ora Meran è a tutti gli effetti un imputato. L’udienza preliminare è in programma il 7 giugno davanti al gup Luigi Dainotti.
Inchiesta ufficialmente chiusa, dunque, dopo che il gip Massimo Tomassini la scorsa settimana aveva acquisito in udienza, in sede di incidente probatorio, la perizia psichiatrica sul dominicano, difeso dagli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua. Una perizia che il giudice aveva affidato a un pool di specialisti per sondare la capacità di intendere e di volere dell’assassino. Non solo. I periti hanno dovuto accertare anche se Meran è in grado di sostenere un processo.
L’équipe ha riconosciuto nel giovane dominicano «un’infermità». E, al momento dei fatti, una capacità parziale di intendere e di volere. Così si erano espressi i periti nelle loro conclusioni: «Meran – precisava il documento nella parte finale – al momento dei fatti, era, per infermità, in tale stato di mente da scemare grandemente, senza escluderla, la capacità di intendere e di volere». Una condizione, come veniva specificato nel resto della relazione, causata dalla tossicodipendenza da marijuana e da un «vizio parziale di mente».
Gli esperti, insomma, hanno rilevato una patologia psichica, ciononostante – stando agli accertamenti – il dominicano era comunque consapevole di ciò che faceva. Quindi è di fatto imputabile: «Ha la capacità di partecipare coscientemente al procedimento», cioè al processo.
Il pool di psichiatri e psicologi ha anche rimarcato che «è necessario considerare possibili oscillazioni delle condizioni psichiche di Meran, che potrebbero transitoriamente far venire meno detta capacità».
I quattro specialisti incaricati dal gip sono Mario Novello, psichiatra, già responsabile del Dipartimento di Salute mentale Medio Friuli; Ariadna Baez, psichiatra del Dipartimento delle Dipendenze di Trieste; Gaetano Savarese, psichiatra del Csm di Udine; Erika Jakovcic, psicologa. «Sono soddisfatta per l’esito dell’incidente probatorio – spiega l’avvocato Cristina Birolla che assiste la famiglia Rotta –, ci si aspetta un giusto processo. Meran non può restare impunito». —
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