Afghani, vertice in Comune con sindaco e parlamentari

Viene chiesto un impegno a livello governativo perché Gorizia non diventi la città dei profughi. Romoli respinge le accuse di disinteresse mossegli da Gherghetta
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 17.09.2014 Tendopoli Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 17.09.2014 Tendopoli Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Vertice sull'immigrazione e sul caso dei richiedenti asilo afghani questo pomeriggio in Municipio.

A convocarlo è stato il sindaco di Gorizia Ettore Romoli, che ha contattato e invitato a discutere i tre parlamentari dell'Isontino Giorgio Brandolin, Laura Fasiolo e Alessandro Maran, i quali hanno dato la loro disponibilità. Il vertice, che avrà inizio intorno alle 14.30, servirà per fare il punto della situazione su quanto avvenuto a Gorizia nell'ultima settimana, e soprattutto a guardare al futuro dell'emergenza immigrati. Romoli chiederà presumibilmente ai parlamentari una serie di impegni da prendere a Roma.

In città, nel frattempo, non si spengono ancora i botta e risposta a livello politico e istituzionale, con il sindaco Romoli che sbotta dopo le accuse arrivate dal presidente della Provincia Gherghetta, dicendo che «è assurdo continuare a dare la colpa al sottoscritto e al Comune per il richiedente asilo colpito da Tbc». Il primo cittadino non ha incassato in silenzio l'ennesima stoccata nei suoi confronti, con Gherghetta che ha spiegato come, a suo dire, il Comune (e dunque il sindaco) abbia fatto finta di non sapere del caso di tubercolosi tra i migranti dell'Isonzo per timore di essere accusato di omissione di soccorso. Gherghetta ha sottolineato come fosse dovere del primo cittadino occuparsi della salute pubblica e di quella di chi vive sul territorio comunale, ma Romoli rispedisce le accuse al mittente. «Mi rendo conto di come il presidente Gherghetta si trovi a malpartito, ora, dopo tutto quel che ha combinato e scatenato realizzando la tendopoli, e dunque cerca di spostare l'attenzione criticando gli altri – dice Romoli -. Ma dire che io dovevo accorgermi e sapere della malattia del richiedente asilo, e occuparmene, mi pare francamente assurdo. A questo punto dovrei interessarmi e occuparmi della salute di 35mila cittadini, il che, specie nel periodo invernale, sarebbe un po' difficile».

L'assessore Ilaria Cecot, però, puntualizza alcuni concetti espressi, a suo dire fuori luogo, dal centrodestra goriziano. «Sento dire che a Gradisca il sindaco Tomasinsig non avrebbe fatto nulla per i migranti, in paragoni senza senso con la situazione di Gorizia – dice -. Se a Gradisca ci sono dei richiedenti asilo che bivaccano per tutto il giorno in riva all'Isonzo è solo perché la cooperativa Connecting People che gestisce il Cara è inadempiente, e non svolge i corsi e le iniziative che dovrebbe. Di conseguenza i migranti non hanno nulla da fare, e sono costretti a ciondolare per ore in giro».

Intanto al “Campo Francesco” la giornata di ieri è filata via all'insegna dell'allegria, con un torneo di calcio tra afghani e italiani, e tante persone che sono arrivate a far visita alla tendopoli per portare materiale e cibo, dando il loro contributo.

Ieri anche i volontari dell’associazione Auxilia di Trieste hanno portato 40 pasti agli immigrati che sono ospitati al campo Francesco di via Italico Brass.

Marco Bisiach

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