Affitti universitari, metà sono in nero

La Finanza controlla gli evasori, l’Erdisu spende 620mila euro in borse-alloggio
di Gabriela Preda
Più del 50 per cento degli affitti a universitari e ricercatori è «in nero». È un fenomeno che riguarda migliaia di giovani. Una voragine di milioni di euro che i controlli incrociati da parte della Finanza riescono solo in parte ad arginare. E ora anche l’Erdisu, l’Agenzia per il diritto agli studi universitari, scende in campo per fronteggiare il problema.


Una pattuglia della Finanza in borghese controlla periodicamente bacheche universitarie e giornali specializzati. E le verifiche si basano su un sistema collaudato: controlli incrociati tra catasto, anagrafe tributaria e contratti di fornitura di energia elettrica e gas. Le contestazioni scattano se appartamenti con consumi notevoli non producono redditi da locazione.


A Trieste la domanda di alloggi da parte degli universitari supera di gran lunga l'offerta. L'Erdisu, mette a disposizione 450 posti letto in case dello studente o sedi convenzionate. È previsto un aumento nel futuro, ma i fuori sede tra gli iscritti all'ateneo sono quasi il 70 per cento del totale degli iscritti, stranieri compresi(5.918 su un totale di 23.425 iscritti totali per l'anno accademico 2007-2008, compresi gli iscritti a corsi di studio postlauream).


«Per venire incontro alle esigenze degli studenti sono state istituite le borse alloggio» spiega il rettore dell’Ateneo Francesco Peroni. Si tratta di contributi di 1200 o 600 euro all'anno erogati in base ad un'apposita graduatoria riservata agli studenti più meritevoli oppure con redditi molto bassi. «Per quest'anno accademico abbiamo erogato circa 621 mila di euro per i contributi affitti - annuncia Stefano Beltramo, vicepresidente Erdisu - ma ovviamente, immaginiamo che molti studenti, in assenza di benefici cercano di limitare i costi».


«Si stima che il dato complessivo sugli affitti in nero riguarda il 50 per cento dei casi ma ovviamente i dati dovrebbero essere accertati - aggiunge Beltrame - Stiamo già predisponendo azioni specifiche in collaborazione con il Comune e con la Guardia di Finanza, a partire dalla distribuzione di un questionario a tutti gli studenti per censire quanti di loro hanno un regolare contratto di affitto». In più, l'Erdisu annuncia l'istituzione di una nuova Agenzia Casa, al servizio dello studente alla ricerca di un abitazione. «Ma - riconosce Beltrame - non tutto potrà essere risolto dalla nuova Agenzia con il coinvolgimento delle maggiori associazioni di categoria».


«I proprietari sono già incentivati dal Comune a firmare contratti a canone agevolato, quando si tratta di studenti - spiega il vicepresidente Erdisu - ma poi ci vorrà anche un cambiamento di mentalità tra coloro che affittano in nero». «Del resto - nota anche Antonio De Paolo, presidente provinciale Fiaip - siamo ottimisti. C’è la sensazione che l'evasione sia comunque in calo».


Ma per ovviare ai costi delle abitazioni (da 400-500 euro su 50 metri quadri ad oltre 1000 euro per appartamenti più pregiati), c'è chi ricorre poi al subaffitto. Per avere un contratto gli aspiranti inquilini dovrebbero pagare in partenza oltre all'affitto anche due o tre mensilità di caparra direttamente ai proprietari o all'agenzia che inoltre percepisce anche la provvigione (altre due mensilità in genere). Tutta l’operazione richiede una disponibilità di soldi notevole.


I ricercatori si fanno pochi problemi perchè in genere vengono seguiti da uffici appositi dei centri di ricerca. Ma non a tutti conviene il mercato e cosi l'espediente del subaffitto è diffuso sia nel mondo della ricerca, che tra gli studenti ed anche tra gli immigrati. In varie zone della città, esiste inoltre un fiorente mercato dei posti letto. E c’è chi specula.


Giorgio Gortani segretario provinciale, del sindacato inquilini Sicet avverte però che «molti inquilini, soprattutto gli studenti spesso non denunciano». Magari per timore di essere cacciati anche se si ritrovano in nero e senza diritti, o perché il contratto non è stato registrato o perché il proprietario non ha reso noti i redditi nella propria dichiarazione.

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