Aeroporto di Trieste fermo fino al 17 maggio. Consalvo: da giugno i primi voli per Roma
L’ad: il primo obiettivo resta la tutela dei posti di lavoro. Da Venezia un collegamento con la capitale, ma serve solo per i rientri dall’estero
Bonaventura Monfalcone-11.11.2019 Trieste Airport-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
RONCHI I primi voli da Ronchi decolleranno a inizio giugno, in direzione Roma. La previsione dell’amministratore delegato di Trieste Airport Marco Consalvo, alle prese come i colleghi di tutta Italia con la paralisi del traffico aereo causa coronavirus, arriva dopo che il ministero dei Trasporti (Mit) ha allungato al 17 maggio le restrizioni sugli scali. «Le presenze sono azzerate e i voli non ripartono, l’intervento del Mit è un inevitabile passaggio formale», chiarisce il manager nel prendere atto di una proroga che non crea né sorpresa né ulteriori problemi alla società.
La decisione del Mit di estendere di altre due settimane le misure previste dal 12 aprile e in scadenza oggi riguarda l’intero sistema, con le eccezioni di Roma Ciampino e Firenze Peretola che, su richiesta dell’Enac, riapriranno al pubblico. Ma, più che per rispondere a una domanda che è ai minimi termini, per sperimentare uno screening per il Covid-19 dei passeggeri. Operatività limitata alle situazioni di emergenza sanitaria, ai voli di Stato e ai cargo per tutti gli altri, con alcuni aeroporti riconfermati punti di riferimento territoriale: a Nordest ancora Venezia Tessera. Dal Marco Polo c’è un volo attivo su Roma, ma si tratta, come pure per Napoli, di collegamenti con la capitale che servono per i rientri dall’estero. Sono classificati come commerciali ma, di fatto, di commerciale non hanno nulla. «Quando non hai passeggeri, non hai nemmeno aerei – commenta Consalvo –. Il vero problema dunque non è rimanere chiusi ora, ma recuperare un po’ di domanda. Siamo naturalmente in contatto con le compagnie aeree e, in questa fase, una ripartenza mi pare possibile non prima di inizio giugno. Alitalia sta cercando di programmare i primi voli su Roma, mentre le altre società guardano a metà giugno-inizio luglio».
Il riferimento per Trieste Airport è a Ryanair, che potrebbe ripartire tra un paio di mesi con Bari, Catania e Cagliari e a Volotea con il collegamento su Napoli. Tempi ancora più lunghi per i voli internazionali. «Malta mi sembra il più praticabile – prosegue Consalvo –, situazione più complicata per Londra e Valencia. Non resta che aspettare uno standard unico europeo con linee guida che possano consentire una gestione della crisi sanitaria tale da far ripartire il trasporto aereo. Anche se poi, alla fine, tutto dipenderà dai numeri del contagio».
Nell’attesa, lo scorso 6 aprile Trieste Airport ha fatto richiesta della Cig in deroga per nove settimane (a decorrere dal 30 marzo) per tutti i 102 dipendenti dello scalo e della Cigo per i 30 della società di sicurezza, la Afvg Security. La Regione non ha per ora risposto sulla Cig in deroga, fa sapere l’ad (proprio ieri l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen ha comunicato che entro 20 giorni l’amministrazione si metterà in pari ed evaderà tutte le pratiche di richieste, oltre 2.500). «Comprendiamo le difficoltà di un’istituzione subissata di domande – dice Consalvo –, ma quello che conta è poter utilizzare al massimo gli ammortizzatori sociali. Speriamo dunque che nel prossimo decreto governativo ci sia la prevista estensione di altre 9 settimane e poi faremo ricorso alla cassa straordinaria. Le associazioni di settore preannunciano il ritorno alla normalità del traffico nel 2022-23. Fino ad allora il primo obiettivo sarà tutelare i posti di lavoro».—
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