Aeroporti, polo a Nordest: Save guarda pure a Lubiana

La privatizzazione dello scalo potrebbe entrare nel mirino dei veneti che hanno già acquisito la maggioranza dello scalo di Charleroi in Belgio
Di Piercarlo Fiumanò

TRIESTE. Save porta avanti il piano di crescita nel core business aeroportuale. La società di Enrico Marchi si concentra in questa fase su Catullo Spa e sulla creazione di un sistema aeroportuale del Nord-Est. Ma in questo scenario non c’è soltanto la partita che riguarda lo scalo veronese. Save intende valutare anche altre privatizzazioni aeroportuali anche se in Italia, al momento, è tutto fermo. La partita dello scalo di Ronchi dei Legionari è ancora ferma: la manifestazione d’interesse del gruppo veneto è da tempo ferma sui tavoli della Regione Friuli Venezia Giulia. Ma il management, come emerso anche nella conference call dei risultati trimestrali, non sta a guardare e continua a tessere la tela di una grande realtà aeroportuale nordestina con una sponda importante anche all’estero.

Dopo aver acquisito la maggioranza dello scalo di Charleroi in Belgio, Save guarda con interesse anche alla privatizzazione dell’aeroporto di Lubiana. Le vendite di Stato sono uno dei punti strategici del piano di risanamento che il governo sloveno ha avviato per evitare il commissariamento internazionale dopo la crisi che ha investito la repubblica ex jugoslava un paio di mesi or sono, facendo temere un nuovo caso greco. Il premier Alenka Bratusek ha annunciato lo scorso 10 maggio l’intenzione di vendere quanto prima ben quindici aziende partecipate dallo Stato o a controllo pubblico. Fra queste, sarà venduta la seconda banca più grande della Slovenia, la Nova Kreditna banka Maribor (Nkbm). Ma anche il più importante operatore di telecomunicazioni nazionale, la Telekom Slovenija. Sul piatto, l’esecutivo sarà inoltre costretto a mettere anche le proprie quote di maggioranza in Adria Airways, la compagnia aerea nazionale, e infine in Aerodrom Ljubljana, la società che controlla l’aeroporto della capitale. Un cospicuo pacchetto di privatizzazioni nell’ambito di un piano anti-crisi per evitare un salvataggio internazionale. La premier slovena non è entrata nei dettagli del calendario, limitandosi a dire che «le procedure verranno avviate tempestivamente e nella massima trasparenza, con la scelta di partner strategici». Non sono previsti tempi brevi. Ma è qui che, in prospettiva, potrebbe inserirsi Save come spettatore interessato. Lo stesso premier Letta, dopo l’incontro con Bratusek a Roma nel giugno scorso, ha detto chiaro che le privatizzazioni slovene interessano gli investitori italiani.

A Palazzo Chigi c’è una task force che di recente ha detto di ritenere interessanti in Slovenia proprio i settori aeroportuale, postale e bancario. Ai piani alti di Save il focus, in questa fase, resta sempre su Catullo Spa e sulla creazione di un sistema aeroportuale del Nord-Est. La società che gestisce il veneziano Marco Polo si trova di fronte a trenta giorni di trattativa in esclusiva per sbarcare anche a Verona. Nella corso della conference call di presentazione dei risultati semestrali, il management ha anche confermato di avere in corso dei colloqui con il gruppo francese per la cessione delle attività retail ( food & beverage and retail) riunite nella controllata Airest, che nel primo semestre ha realizzato un fatturato di poco più di 101 milioni su 176,7 milioni complessivi. Ma l’ultima partita del polo aeroportuale del Nordest potrebbe compiersi proprio in Slovenia.

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