Adriaco, eletto il nuovo direttivo

La bandiera lussignana torna a sventolare sul pennone dello Yacht club Adriaco che quest’anno festeggia i 110 anni di storia. Il nuovo presidente, che rimarrà in carica per tre anni, è infatti Francesco Rossetti Cosulich, discendente dell’antica dinastia quarnerina di armatori e capitani, che ha totalizzato 145 voti su 169 votanti nelle elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo. Vicepresidenti sono stati eletti Furio Gelletti e Agostino Vidulli e segretario Gianandrea Cossi. Economo di mare sarà Umberto Mamolo e Economo di terra Arezia Sigovich. Guido Perelli Rocco è il nuovo direttore amministrativo, mentre l’olimpionica Chiara Calligaris, Daniele Degrassi e Aulo Guagnini sono stati eletti consiglieri. Ancora, il Collegio dei probiviri risulta composto da Franco de Denaro, Roberto de Haag, Giancarlo Stavro Santarosa, Emilio Terpin e dal presidente uscente Andrea de Manzini. Infine, il Collegio sindacale presieduto da Alberto Braut e che ha come componenti Franco Lucchi, Piero Fornasaro de Manzini, Renzo Biasi e Tommaso Mioni. L’unico “superstite” del consiglio uscente è Piero Genzo che da consigliere diventa direttore sportivo. Fondato nel 1903, l’Adriaco è oggi il secondo yacht club per prestigio e storia in Italia, secondo soltanto allo Yacht club italiano di Genova, e conta la bellezza di ottocento soci..
Il neopresidente Francesco è imprenditore nell’ambito dei materiali per costruzioni sia del settore industriale che di quello navale, rappresenta la quarta generazione dei Cosulich ed è figlio di Nora. Il suo trisavolo Antonio Felice incominciò l’attività armatoriale a Lussino nel 1857, ma alla fine del secolo la famiglia si trasferì a Trieste per giocare un ruolo cruciale nel campo della cantieristica, della marineria, delle assicurazioni.
«Ho 62 anni, sono uno dei soci anziani dell’Adriaco - racconta Francesco Rossetti Cosulich - qui abbiamo la nostra storica imbarcazione di famiglia, la Tyche. Già in passato sono stato per sedici anni nel consiglio direttivo anche da vicepresidente. Ora mi pongo nel solco della continuità del direttivo uscente di cui non facevo parte, ma che ritengo abbia fatto un buon lavoro. L’obiettivo che mi sta più a cuore in questo momento è quello di valorizzare i nostri giovani fino a vederli alle Olimpiadi. Un nome su tutti è in cima alle nostre speranze ed è quello di Marta Faraguna». (s.m.)
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