Adria Airways in picchiata, ultima parola alle banche

Il «buco» della compagnia slovena a 110 milioni di euro: assemblea il 31 agosto. Il salvataggio prevede il trasferimento in azioni di metà del debito

TRIESTE. Se la compagnia di bandiera slovena Adria Airways continuerà a volare o meno lo si saprà il prossimo 31 agosto quando si terrà l’assemblea degli azionisti. Adria Airways ha un buco di 110 milioni di euro per ripianare il quale si è in attesa di 50 milioni dallo Stato e di una politica di aiuto da parte delle banche (trasferimento di quasi la metà del debito in azioni). Imprescindibile anche una politica di austerity con tagli al personale, diminuzione delle paghe e cancellazioni di voli di linea visto che oggi su 35 collegamenti giornalieri garantiti solo 4 non sono in rosso (Bruxelles, Monaco, Zurigo e Francoforte).

I colloqui tra i vertici di Adria Airways, le banche e gli azionisti stanno proseguendo in queste ore ma nulla si saprà prima del 31 agosto. Quello che è certo però è che prima della ricapitalizzazione, indispensabile per salvare la società, bisognerà attuare il ripianamento del deficit e ottenere la collaborazione delle banche. Per quanto concerne il finanziamento di 50 milioni di euro da parte dello Stato, il direttore di Adria Airways, Klemen Bostjancic afferma che questo non necessità del placet della Commissione europea.

Tra gli istituti bancari quello che vanta il maggiore credito nei confronti di Adria Airways è la Nova Ljubljanska Banka che dovrebbe convertire 27,6 milioni di euro in azioni della società, ma dalla direzione giunge un laconico «no comment». Così come nulla trapela dai vertici di Abanka che vanta un debito di 3,55 milioni nei confronti di Adria Airways. Più “chiacchieroni” invece quelli di Hypo Alpe Adria Bank. «Siamo pronti a dare corso a tutte le soluzioni che saranno ritenute necessarie - comunicano - per salvare la compagnia di bandiera slovena che ha 50 anni di storia alle spalle e una grande tradizione sia nel settore dei voli di linea che in quello dei charter». Occorre comunque sottolineare che proprio gli istituti di credito avevano accolto con favore alla fine di giugno la presentazione del progetto di ristrutturazione di Adria Airways.

Ma la collaborazione delle banche è fondamentale anche perché ad essa è collegata l’iniezione di 50 milioni di euro da parte del governo sloveno ma anche il sostanziale semaforo verde da parte dell’Unione europea anche se, come ribadisce il direttore Bostjancic, «in questa fase non c’è bisogno di un placet comunitario in quanto si tratta di un’operazione che mescola assieme capitale pubblico e privato». Sta di fatto che tutti i principali attori di quest’operazione di salvataggio stanno in silenzio, anche perché alla fine ci sarà anche un notevole “ribaltone” nella compagine azionaria della società che a fine 2012 dovrà essere completamente privatizzata. Il tutto, dunque, mescola interessi economici ma anche politici di gestione del settore aereo sloveno.

Nelle stesse condizioni di crisi in cui versa Adria Airways ci sono anche molti altri vettori regionali. «Tutti noi cerchiamo una via d’uscita da questa crisi, cerchiamo un futuro», dichiara Bostjancic il quale sostiene che il principale motivo di crisi va ricercato in un mercato troppo piccolo, visto che ciascun Paese ha una propria compagnia di bandiera, per questo la soluzione va elaborata solamente tramite una forte e mirata collaborazione regionale del volo aereo.

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