Adesca una minore via chat: «Spogliati». Ma la nonna di lei lo smaschera
TRIESTE Lui fiorentino di 22 anni, lei triestina di 14. Entrano in contatto su “Omegle”, un social che permette di chattare tra sconosciuti e che sta spopolando tra gli adolescenti. E dove, guarda caso, dietro alle tastiere talvolta si nascondono individui di ogni tipo, anche pedofili.
I due si scambiano i primi messaggi hot su quella piattaforma, per poi sentirsi direttamente su Whatsapp e, soprattutto, su Skype con la webcam. Si scambiano foto e video nudi. Lui la spinge a masturbarsi durante le videochiamate, fino a invitarla a un incontro vero e proprio. Ma la nonna della ragazzina scopre tutto. E parte la denuncia.
Dovrà rispondere di atti sessuali e adescamento di minore il ventiduenne fiorentino finito sotto indagine dalla Procura di Trieste. Il fascicolo fa capo al pm Maddalena Chergia che ha chiesto il rinvio a giudizio.
Ieri l’udienza preliminare davanti al gup Laura Barresi. L’avvocato Roberto Mantello, che difende il giovane imputato, ha proposto un risarcimento danni. Se ne discuterà a marzo.
Lo scambio di messaggi e video tra i due si è protratto per circa un mese. L’adolescente, per quanto non avesse mai visto di persona il suo interlocutore, se ne era invaghita. Nello smartphone lo teneva sotto il nome di “Amore”. Al ventiduenne era chiara l’età della ragazzina. Lei glielo aveva scritto subito, fin dalle prime conversazioni. «Ho 14 anni». Ma lui ha continuato, con insistenza. «Spogliati e mandami le foto». «Toccati».
L’uomo, a sua volta, spediva all’adolescente le proprie immagini, soprattutto quelle che lo ritraevano nudo.
I due si sentivano quotidianamente, talvolta più volte al giorno. Ma il ventiduenne non si è accontentato dei video in webcam: ha voluto organizzare un incontro con la minore. «Dai...vengo da te, così ci conosciamo e facciamo sesso».
E dalle parole è passato ai fatti, spingendo la ragazzina a pagargli persino le spese per il viaggio da Firenze fino a Trieste. «Fallo, perché adesso siamo insieme...sono il tuo ragazzo». Così le diceva.
Lei ha obbedito, inviando all’uomo 250 euro per il biglietto del treno e per la stanza prenotata. Non solo. Il giovane ha preteso persino che la minorenne acquistasse i preservativi. Ma di fronte al timore della quattordicenne di dover andare in farmacia o al supermercato per comprare quanto richiesto, il ventiduenne ha chiesto un ulteriore invio di denaro: 50 euro. «Spedisci la confezione con paccocelere».
Ormai era tutto organizzato: treno, orario dell’appuntamento e stanza in hotel. Solo che la ragazzina a un certo punto ha iniziato ad avere strani comportamenti in casa. Soprattutto in presenza dei nonni, dai quali la minore trascorreva in genere molti pomeriggi.
È stata proprio la nonna a insospettirsi. E quando ha controllato il cellulare della nipote, si è accorta di tutte quelle conversazioni via chat alla voce “Amore”.
È così che la famiglia ha scoperto tutto e ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine. Ma l’incontro a Trieste non è affatto saltato, c’è stato davvero. Solo che la quattordicenne si è presentata all’appuntamento accompagnata dai genitori.
L’uomo non è accusato soltanto di atti sessuali con minore e di adescamento, ma pure di circonvenzione di incapace: secondo l’accusa ha approfittato dell’ingenuità dell’adolescente con l’intenzione di farsi consegnare il denaro e di compiere l’abuso. —
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