Addio produzione, a Pola arriva il metano

Via i vecchi impianti, in città il gas estratto dai giacimenti sottomarini al largo della costa. Posati 185 chilometri di tubature
Una veduta di Pola con l'Arena in primo piano
Una veduta di Pola con l'Arena in primo piano

POLA. Va definitivamente in archivio la produzione del gas cittadino, dapprima ottenuto dalla distillazione del carbon fossile e in seguito dalla lavorazione degli idrocarburi liquidi: cede infatti il posto al metano (o gas naturale) estratto dai giacimenti sottomarini 40 chilometri al largo della costa istriana, scoperti negli anni Ottanta dello scorso secolo.

Nella sede dell’azienda distributrice Plinara si è tenuta la cerimonia celebrativa dell’evento: il sindaco Boris Mileti„ ha abbassato una leva e il presidente della Regione Valter Flego ne ha alzata un’altra, a simboleggiare lo storico passaggio. Si può dunque affermare che Pola oggi è una città metanizzata, servita da 185 chilometri di gasdotti nuovi di zecca. Il costo dell’opera si aggira sui 15 milioni di euro. Mancano da completare solo 350 metri di tubature nel rione di Monte Zaro, che però non richiederanno più di una decina di giorni di ulteriori lavori; le aree suburbane dovranno invece attendere la seconda fase della metanizzazione.

Al momento sono 10.390 le utenze domestiche e 517 quelle industriali allacciate al gas naturale, ma il numero è destinato a salire di molto visto che in città le tubature sono state portate a ogni casa e palazzo. A conti fatti numerose famiglie sceglieranno di passare al metano per il riscaldamento - al posto del gasolio, il cui costo sta diventando insostenibile - e per l’uso in cucina, al posto delle scomode bombole. La rete viene rifornita dal rigassificatore di Guran vicino a Dignano, dove arriva il gas delle piattaforme.

La storia del gas a Pola è lunga ben 135 anni e affonda le sue radici in epoca asburgica. Nel 1880 sul pendio di Monte Zaro venne costruito il primo impianto di produzione del gas ottenuto dalla distillazione del carbon fossile. Se ne producevano 5mila metri cubi al giorno, inizialmente usati per l’illuminazione urbana notturna e non ancora per il riscaldamento e l’alimentazione delle macchine. Al termine della Prima guerra mondiale fu avviata l’attività del secondo impianto di produzione ubicato nel Canale di Veruda, dove esistono ancora oggi due grossi serbatoi che nei prossimi giorni saranno svuotati da ogni residuo e quindi conservati come monumenti di archeologia industriale del primo Novecento. Anche qui il gas veniva ottenuto dal carbon fossile: inizialmente la produzione era di 15mila metri cubi al giorno, poi crebbe fino a raddoppiare. La terza fabbrica del gas a Pola risale al periodo jugoslavo: venne costruita nel 1968 nella zona industriale in Siana. Dal carbon fossile fortemente inquinante si passò alla produzione di gas ottenuto dagli idrocarburi liquidi e gassosi. Negli anni Settanta la produzione era di 50-60mila metri cubi al giorni, poi arrivò fino a 120mila. (p.r.)

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