Addio Caffè degli Specchi, cancellato dai debiti

Nel salotto buono di Trieste, in quella piazza dell'Unità d'Italia attraversata ogni giorno da migliaia di persone, ha chiuso lo storico Caffè degli Specchi. «Nelle prossime ore – spiega Andrea Giacomo Sessa, titolare del locale - porterò i libri contabili in tribunale». Prenderà così il via oggi il procedimento giudiziario che ufficializzerà il fallimento.
Nessuno ha presentato un decreto ingiuntivo, né banche né fornitori hanno chiesto il fallimento. E' lo stesso Andrea Sessa che, vista la situazione economica della società “Specchi srl”, ha deciso di gettare la spugna. «Tutto quello che potevo l'ho investito – ammette – ho tentato il tutto per tutto, ho puntato a rilanciare l'attività proponendo anche diverse iniziative ma non ci sono riuscito. Ho messo anche il locale in vendita – rivela - però gli interessati sono scappati di fronte agli elevati costi di gestione».
Solo per l'affitto del locale che, come l'intero palazzo, dal 1946 è di proprietà delle Assicurazioni Generali, la “Specchi Srl” doveva sborsare in media 38 mila euro, iva inclusa, ogni tre mesi. Si aggiungono poi i costi per l' occupazione del suolo pubblico dei tavolini sistemati all'esterno, quelli da destinare alla manutenzione nonché quelli per il personale che in media, a seconda delle stagioni, contava di 13 persone.
Chi passa lì davanti oggi resta disorientato. Vedere il Caffè degli Specchi chiuso, con le sedie all'esterno buttate un po' come capita, non fa di certo un bell'effetto. Sbirciando dalle grandi vetrate si scorgono i tavolini con le tovaglie azzurre e ocra. La grande macchina del caffè che per anni non ha mai smesso di servire migliaia di ristretti e cappuccini ai triestini ma pure ai turisti provenienti da tutto il mondo è ferma, spenta. Il lungo bancone di fronte al quale ogni giorno scambiavano due chiacchiere sorseggiando un caffè o un aperitivo anche i vertici comunali, regionali e i rappresentanti di governo ora è vuoto.
La scorsa domenica il titolare ha comunicato ai dipendenti la sua triste decisione. E da lunedì mattina il grande locale è chiuso. «Ci scusiamo con la clientela – si legge sui cartelli affissi alle porte d'ingresso – ma il locale è chiuso per manutenzione». Ma purtroppo adesso lo storico caffè rimarrà sbarrato per lungo tempo.
«I dipendenti che domenica sera erano presenti all'incontro sono stati liquidati anche degli straordinari – riferisce Sessa – ora formalmente sono tutti in ferie. Immagino sarà il curatore fallimentare a gestire in seguito la loro posizione».
Andrea Sessa conduceva il Caffè degli Specchi dal 2003. Prima a gestirlo era il padre, Angelo, che aveva rilevato l'attività nel 1994 e che nel 2001 era stato l'artefice della ristrutturazione. «Io ho ereditato una situazione economica già difficile – ammette il giovane Sessa – mio padre aveva fatto delle scelte imprenditoriali sbagliate. Io ho cercato di risollevare l'azienda ma la crisi, la concorrenza e il venir meno dei congressisti non hanno facilitato le cose».
Ma che ne sarà ora del Caffè degli Specchi? «Solo una cordata di investitori o una catena nazionale o internazionale – valuta il gestore - potrebbero portare avanti un simile locale. Io ora sono alla ricerca di un lavoro – ammette - sono disposto a fare di tutto ma non a lavorare nuovamente in un bar: per ora con questo settore ho chiuso».
Basito di fronte alla notizia il presidente della Camera di Commercio, Antonio Paoletti. «Mi dispiace molto – ammette – quella del Caffè degli Specchi è una chiusura che dà il senso della profonda crisi che colpisce il nostro paese e di conseguenza anche la nostra città. Se non ce la fa un locale così, in quella posizione privilegiata, - valuta – mi domando se era il caso di fare delle azioni di intervento diverse».
«Spero che qualche imprenditore rilevi l'attività al più presto – auspica Paoletti – tenere quel locale chiuso è un vero peccato». «La notizia mi sconforta – sostiene Elena Pellaschiar, assessore comunale al commercio – è un ulteriore segnale del fatto che stiamo perdendo la tradizione commerciale della città. Come amministrazione cercheremo di stare più vicini alle imprese puntando anche ad un'inversione di tendenza che miri alla riconquista del comparto congressuale».
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