Addio a caffè e aperitivi alla Vigna di Vetro di Ronchi: dopo 25 anni il titolare chiude l’attività
Il bar-enoteca di piazzale Berlinguer abbassa definitivamente le serrande. «Impossibile ormai far quadrare i conti»
![Il dehor esterno della Vigna di Vetro](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h57cycd209e1n536na/0/whatsappimage2025-02-06at1208581.webp?f=16%3A9&w=840)
Dopo ben 25 anni la Vigna di Vetro, a Ronchi dei Legionari, ha chiuso per sempre la sua attività. Luci definitivamente spente, dunque, nel bar-enoteca di piazzale Berlinguer, dove per un quarto di secolo il titolare Paolo Florit ha servito caffè e cappuccini, sfornato brioches e preparato aperitivi. Un’avventura, la sua, avviata dopo aver trascorso tanti anni in un supermercato cittadino. Sempre, quindi, a contatto con la gente, con i clienti. Non sempre facili da trattare.
L’apertura nel 2000
Era il primo maggio del 2000 quando la Vigna di Vetro, posizionata nella galleria che si sviluppa tra piazzale Berlinguer e via Verdi, iniziava il suo percorso. Costellato da tanti aneddoti legati a richieste e abitudini di una clientela composta da donne e uomini ronchesi, commercianti, ma anche dipendenti della vicinissima banca e degli uffici. Prima il Covid, poi il calo del lavoro, a fronte però di un affitto rimasto invariato, i fornitori, le bollette da pagare.
Il titolare getta la spugna
Alla fine, con un enorme magone dentro, Paolo Florit ha deciso di gettare la spugna. «Volevo chiudere questa lunga carriera in maniera gioiosa, con un brindisi e una stretta di mano. Ma – racconta Paolo - non ne ho avuta la possibilità. Senza vantarmi, il mio è stato un locale che, nei tempi d'oro, è stato punto di riferimento per persone di tutte l'età e ceto sociale. Un bar che ha visto passare molti sindaci, giunte comunali, direttori di banca, lavoratori, pensionati e chi più ne ha più ne metta. Con tutte queste persone si era instaurato un rapporto che andava oltre il semplice rapporto tra barista e cliente, tanto che tutti sapevano le mie gioie più profonde e i dolori altrettanto profondi che mi hanno lacerato. Ho avuto il privilegio – continua - di sapere gioie e dolori di tutte queste persone, che, una volta instaurato il rapporto di fiducia, si confidavano tranquillamente con me. Tutto questo e non solo, mi mancherà davvero».
Il commercio regge
A Ronchi dei Legionari, pur con i numeri di una cittadina di 12mila abitanti, il commercio tutto sommato regge. Ma capita anche di incontrare chi non se la sente più di andare avanti. Le difficoltà, soprattutto nel campo della ristorazione, si sono amplificate al massimo, ci sono i debiti contratti per cercare di tenere l'attività viva, l’aumento sconsiderato del costo di tutti i servizi e, allo stesso momento, il calo dei consumi pro capite della clientela.
![Il titolare Paolo Florit](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h57cbtkorrv42jfzlk/0/whatsappimage2025-02-06at120858.webp)
Gestore lasciato solo
«Tutti questi fattori mi hanno costretto a chiudere i battenti con infinita tristezza. Ho provato con tutte le forze e con tutto il cuore a resistere, ma a un certo punto non è stato più possibile. Devo ringraziare veramente poche persone, quelle che mi hanno capito e che mi sono state vicine nei momenti difficili. Per il resto ho dovuto fare tutto da solo. Prendere decisioni importanti, fare dei passi difficili ed impensabili, decidere di non mollare sperando in un domani più semplice per l'attività. Nessuno mi ha detto una parola. Nessuno ha fatto qualche gesto importante. Nessuno, prima che la situazione precipitasse, mi ha detto, “guarda Paolo, a questo punto è meglio che tu faccia così, è meglio che prendi una decisione di questo o di quest'altro genere”. Il sindaco Mauro Benvenuto, a dir il vero, quanto l’ho chiamato è accorso, ma non poteva certo fare qualcosa che salvasse la mia attività. Chiudo – conclude - sperando di aver lasciato, almeno a qualcuno, un bel ricordo di me in questi lunghi 25 anni».
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