Addio bidoni gialli: a Trieste arrivano i nuovi contenitori per i vestiti usati

Nel vivo il piano di installazione dei cento cassonetti

di colore grigio scuro in cui poter conferire gli indumenti

Micol Brusaferro

TRIESTE Via i vecchi bidoni gialli, spesso in condizioni precarie se non proprio rovinati, e spazio a quelli nuovi, grigio scuro, più moderni ed efficienti oltre che meno impattanti dal punto di vista estetico. È in corso in tutta la provincia di Trieste la sostituzione dei cento contenitori per la raccolta degli abiti usati, di proprietà di AcegasApsAmga. E intanto vengono pure resi i noti i numeri più aggiornati riguardanti questo genere di raccolta, finalizzata al riciclo e al supporto delle persone in difficoltà: tali dati si riferiscono all’anno da poco concluso, durante il quale sono stati recuperati, complessivamente, 500 mila chili di indumenti.

Il progetto di “revamping” - così lo definisce la stessa multiutility - presuppone dunque un ammodernamento di tutte le postazioni: è un’operazione che si sta sviluppando contemporaneamente sui territori di Padova e di Trieste. L’azienda, nel confermare che le attività di sostituzione sono state avviate a novembre e verranno concluse entro un paio di settimane, fornisce anche alcune caratteristiche tecniche dei nuovi bidoni. Questi contenitori presentano in particolare un rinforzo delle cerniere corrispondenti alle porte di apertura, sono stati dotati di lucchetti corazzati con chiave non duplicabile e sono stati resi più stabili anche con l’inserimento di profili interni sull’anta a battente. È stato inoltre applicato un sistema di mascheramento-occultamento dell’alloggio per il lucchetto di sicurezza, composto da una contropiastra interna e da un perno di spessore maggiorato, su cui scorrono le aste verticali. Fin qui il dispositivo di sicurezza. Il meccanismo per introdurre gli abiti invece non cambia dal punto di vista di chi vuole donare: basta eseguire poche e semplici sequenze per introdurre gli abiti senza il rischio che possano essere rubati o comunque prelevati in qualche modo dall’esterno. I contenitori, ora diventati come detto di colore grigio, sono arricchiti pure da una serie di informazioni chiare ed esaustive veicolate attraverso degli adesivi.

In sintesi, sottolinea AcegasApsAmga, «si tratta quindi di migliorie estetiche e di sicurezza». A occuparsi della raccolta vera e propria è invece Querciambiente, che, come precisa il presidente della cooperativa Dario Parisini, ha «vinto la gara per lo stoccaggio del materiale, che avviene nel nostro impianto a Muggia, e per la sua valorizzazione, che si svolge tramite soggetti terzi». Per valorizzazione si intende proprio la vendita, per la quale «Querciambiente riconosce ad Acegas un valore economico pari a 63 euro a chilo raccolto, che viene inserito nel computo del Piano economico finanziario della Tari, mentre la cooperativa riconosce a propria volta alla Comunità di Sant’Egidio, e in particolare al laboratorio sartoriale denominato “Peacework”, un ulteriore valore economico pari 10 euro a chilo raccolto, finalizzato appunto al sostegno di quest’iniziativa».

In tutta Trieste i contenitori per gli indumenti usati vengono utilizzati tanto, e un po’ ovunque. E a certificarlo sono proprio i numeri, con le ben 500 tonnellate conferite l’anno

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