Addio alla storica gastronomia Sartori

Dopo 95 anni di attività la salumeria di Cavana abbasserà le serrande il 29 giugno. Il titolare Polla: «Stanchezza, non crisi»
Lo staff della gastronomia Sartori (Lasorte)
Lo staff della gastronomia Sartori (Lasorte)

TRIESTE È rimasto aperto ininterrottamente dal 1921, una vita. Con la sola parentesi, peraltro relativamente recente, di un mini-trasloco da un foro a quello adiacente. Lunga storia, quella della salumeria Sartori di via Cavana 15/A, uno dei punti di riferimento per gastronomia e prodotti alimentari per generazioni di triestini. Che, davanti al banco della famiglia Sartori-Polla, sono letteralmente cresciuti, tra panini al salame ungherese, invitanti “pasticci” e delikatessen da tutto il mondo.

Uno scenario che verrà definitivamente meno il 29 giugno prossimo, quando il negozio tirerà giù la serranda per l’ultima volta. Un’altra vittima della crisi? Assolutamente no. Della stanchezza, semmai. «Ho lavorato qui dentro per 48 anni - racconta il titolare Gino Polla - e a un certo punto ho pensato che possa bastare. Mio fratello Franco ha dovuto passare la mano, le mie due figlie fanno altre cose, non ho altri che possano subentrarmi, va bene così, anche se confesso che quando ho preso la scelta finale non ho dormito per tre giorni».

La storica gastronomia Sartori (Lasorte)
La storica gastronomia Sartori (Lasorte)

Elegante, ben strutturata, con un banco per il cibo da asporto che pochi possono vantare, “Sartori” è stato ed è tuttora il punto di riferimento per una clientela che ama cibi e prodotti di qualità. Pronta, tra l’altro, a Pasqua o a Natale, a spedire decine di pacchi in giro per l’Europa a triestini che soffrono di nostalgia golosa. E senza dimenticare che i suoi “catering” volanti sono tuttora tra i più gettonati dagli enti pubblici. «Tra Regione, Comune ed altri - racconta Polla - si può dire che non ci sia stato brindisi, festa di pensionamento o altro che non ci abbia visto protagonisti, ed è tuttora così. Anche per questo ho preferito lasciare adesso, con gli affari che vanno bene e la salumeria sempre sulla cresta dell’onda. Una chiusura alla grande, insomma».

E, aggiungiamo noi, senza possibilità di ritorno. Secondo un vecchio patto che Gino aveva stipulato con i genitori, infatti, dopo la chiusura dell’esercizio sarà possibile affittare gli ambienti (160 metri quadrati in tutto) a qualsiasi tipo di attività ma non a un’altra salumeria. E così sarà.

«Al momento - ammette Polla - più che l’avvento di un futuro gestore mi preoccupa il destino dei miei sei dipendenti, una dei quali è con me da 41 anni! Mi sono preso un impegno, cercherò in tutti i modi di onorarlo».

Operativamente parlando, la gastronomia sarà aperta fino all’ultimo giorno, mentre, visto l’ampio magazzino, non è da escludere una qualche svendita in giugno.

Sul destino dei locali ancora mistero. Ma non è difficile ipotizzare che le sue dotazioni importanti (un’intera cucina industriale e la canna fumaria) possano attirare a breve gli... appetiti di qualche ristoratore, in essere o in pectore.

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