Addio alla cara vecchia cabina telefonica

A Trieste, su 212 postazioni, 34 risultano già soppresse e 9 in via di rimozione. Un trend che segue quello nazionale
Silvano Trieste 2018-04-17 Le cabine telefoniche della Telecom
Silvano Trieste 2018-04-17 Le cabine telefoniche della Telecom

Tempi duri per Clark Kent. Il più famoso giornalista del Daily Planet potrebbe avere sempre più difficoltà a trovare una cabina telefonica adatta alla sua trasformazione da mite cittadino a combattente Superman. Negli ultimi anni, infatti, la compagnia telefonica italiana nazionale ha dato il via a un piano di rimozione e dimissione delle postazioni telefoniche pubbliche presenti nelle città. Cabine e cupole, quindi, sono destinate a scomparire per sempre dal panorama urbano? Sembrerebbe proprio di sì, anche se non del tutto. La sempre maggiore e capillare diffusione di smartphone e tablet ha inevitabilmente mutato il modo di comunicare ed è ormai estremamente raro vedere una persona impegnata in una conversazione telefonica in qualche cabina.

Anche a Trieste si è così assistito alle prime avvisaglie di questa moria: sulle 212 postazioni segnalate nel sito della Tim, nell’apposita sezione dedicata alla telefonia pubblica, 34 risultano già rimosse e 9 sono segnalate come “in rimozione”. Quelle ancora attive, spiega Damiano Caramia, ufficio stampa Tim, «comprendono i telefoni stradali, quindi cabine o cupole, gli impianti in esercizi commerciali, come bar e alberghi, e quelli presenti nelle cosiddette concentrazioni, cioè quindici impianti in ospedali, stazioni e centri commerciali».

Passeggiando per la città non è quindi difficile imbattersi in cabine come quella di via Roma, un tempo fornita di due impianti telefonici, oggi ridotti a uno solo, o accorgersi che quella cupola di fronte alla quale passavamo tutti i giorni per andare al lavoro è scomparsa. «Ad inizio 2017 – spiega Caramia – gli impianti attivi erano 200. Il calo è dovuto in pari quantità a disdette, soprattutto in stazioni ed esercizi commerciali, e a razionalizzazione di impianti stradali a basso traffico».

Nella sola via Valdirivo, ad esempio, sono due gli impianti di questo genere che non esistono più. Stessa sorte anche per quello nella vicina via Torre Bianca e per quello in piazza Vittorio Veneto. Addio anche all’impianto in corso Saba, a uno di viale XX Settembre, a un altro in via Carducci e a uno in via San Francesco. Ma le cabine ancora attive vengono ancora usate? «Gli impianti mantengono ancora un buon livello di traffico – afferma Caramia – anche se risentono del normale calo fisiologico dovuto sia alla diminuzione della numerosità degli impianti che al sempre maggior utilizzo di mezzi alternativi come cellulare e tablet». Una concorrenza, quella della telefonia mobile, che sta quindi facendo vittime in tutta Italia, Fvg compreso.

Secondo gli ultimi dati disponibili sul sito dell’Agcom – Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni –, infatti, delle 2.837 postazioni pubbliche presenti in regione nel 2010, ne sono rimaste attive 2.310 nel 2013, con una diminuzione del 18,58%, mentre la media italiana registrata nel periodo 2010-2013 è stata del 21,93%. Una lunga lista di vittime del progresso che segue le direttive dell’Agcom che, già nel 2010, aveva pubblicato una delibera per rivedere i criteri di distribuzione sul territorio nazionale dei telefoni pubblici. In tale documento l’Autorità riportava che nel periodo dal 2001 al 2008 era stata registrata «una riduzione pari a circa l’88% in termini di numero totale di conversazioni da postazione fissa e una riduzione pari a circa il 90% in termini di minuti di conversazione». Purtroppo non esistono dati più aggiornati, ma si può sicuramente ipotizzare che il trend negativo si sia mantenuto almeno costante. Inoltre, da un confronto con gli altri paesi europei, Agcom sottolineava come, sempre con dati riferiti al 2008, l’Italia fosse la nazione europea con il maggior numero di postazioni pubbliche per abitante: se la media del vecchio continente era infatti di uno ogni 1.100 persone, nel nostro paese questo rapporto era di uno ogni 450 abitanti. L’Autorità diede quindi il via libera al piano di rimozione e dismissione che sta proseguendo: ogni anno, cioè, possono essere rimossi fino a 30 mila telefoni pubblici, di cui al massimo 10 mila impianti stradali, garantendo però l’esistenza e il funzionamento di «alcune specifiche cabine pubbliche, per esempio quelle situate dove è proibito l’uso del cellulare» e «assicurando la presenza di un congruo numero di postazioni telefoniche pubbliche accessibili per gli utenti disabili pari al 75% del totale delle postazioni ubicate all’aperto».

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