Addio al vecchio scalo nasce la nuova banchina

L’ultima unità scesa in mare con un varo tradizionale è stata il sommergibile “Priaroggia” nel 1993. Dieci anni prima la porta elicotteri il “Garibaldi”
Di Laura Blasich

Dopo le trasformazioni epocali di fine anni ’50 e ’60, lo stabilimento Fincantieri di Monfalcone si prepara a dei nuovi significativi cambiamenti. Non si tratta dell’ampliamento del bacino, entrato in attività nel 1969, ma della creazione di nuove banchine a mare alle quali sarà sacrificato il grande scalo realizzato, tra il 1956 e il 1957, per navi della portata di 85mila tonnellate.

Sono del resto ormai quasi vent’anni che lo scalo, vicino al bacino in cui prendono forma navi passeggeri di taglia sempre più maxi, non viene utilizzato. L’ultima unità a scivolarvi verso il mare e quindi a rendersi protagonista di un varo “classico” fu il sommergibile Gazzana-Priaroggia, il 26 giugno del 1993, l’ultimo prodotto a Monfalcone prima del trasferimento delle costruzioni militari a La Spezia.

Dieci anni prima, il 4 giugno del 1983, lo scalo aveva invece vissuto il varo, davvero spettacolare, della portaerei Garibaldi, ammiraglia della flotta della Marina Militare prima della consegna della portaerei Cavour. Fu un avvenimento, che vide la presenza dell'allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini, rimasto nella memoria di molti, ma ormai davvero lontano nel tempo.

Fincantieri ha quindi deciso di andare alla demolizione dello scalo, dove la nave veniva costruita ingabbiata dalle taccate e poi, dopo esserne stata liberata, scivolava di poppa sull'invaso, una struttura di sostegno costituita da due grandi pattini di legno. Nella stessa zona sarà ricavata invece, con una riduzione di 5.800 metri quadri di superficie a terra, una darsena rettangolare con banchine della lunghezza di 107 metri.

Un’ulteriore banchina sarà però creata verso il confine con lo stabilimento di Ansaldo sistemi industriali, rettificando la linea di costa attuale con l’interramento di 8.800 metri quadri di superificie acquea. La nuova banchina è stata progettata per connettersi a quella per la cui realizzazione sta lavorando il Consorzio industriale e che andrebbe a servizio dell'intera zona produttiva Schiavetti-Brancolo.

Le modifiche nello stabilimento Fincantieri, oggetto della variante 46 al Piano regolatore comunale, presa in esame mercoledì dalla Commissione consiliare per la Programmazione territoriale economica, sono state pensate invece anche per consentire di ridurre le interferenze sia con la viabilità cittadina sia con l’operatività del cantiere navale, perché la maggior parte delle attività di trasporto si svolgerà via mare. Fincantieri al momento non si sbilancia comunque su tempistica e costi di opere che, afferma l’azienda, sono ancora in fase di progettazione.

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