Addio al nome impossibile: nasce l'aeroporto "Trieste"

In autunno il cambio di denominazione dello scalo per motivi di marketing. Ora si chiamava aeroporto "Trieste no-Borders Airport Pietro Savorgnan di Brazzà Ronchi del legionari Friuli Venezia Giulia"  VOTA IL SONDAGGIO
L'aeroporto di Ronchi
L'aeroporto di Ronchi

 

TRIESTE. Sette lettere anziché ottantadue: nel tempo che ci metti a pronunciare il nome, sei già atterrato. Questione di marketing. Per puntare all’ambizioso obiettivo del milione di passeggeri nel 2019, l’aeroporto “Trieste No-Borders Airport Pietro Savorgnan di Brazzà Ronchi dei Legionari Friuli Venezia Giulia” accorcerà l’insegna diventando entro l’autunno, più semplicemente, “Trieste”. In primis per “bucare” il mercato.
 

L’intenzione, su cui al momento il presidente della società Aeroporto Fvg controllata al 100% dalla Regione, Antonio Marano, dribbla con un «no comment», è di semplificare il tutto. La decisione è già stata comunicata all’azionista: si va su “Trieste”, così come già previsto peraltro nei codici aeroportuali internazionali.

Chi frequenta lo scalo ronchese dedicato all’esploratore non violento, se non è più di tanto distratto, sa infatti che lo Iata (International Air Traponport Association, Associazione Internazionale del Trasporto Aereo) ha in archivio una sigla non interpretabile: “Trs”. Lo Iata è un’abbreviazione di tre lettere attribuita agli aeroporti in tutto il mondo. Ogni triennio viene pubblicata sulla Airline Coding Directory. Il quartier generale delle operazioni è a Montreal. Di fatto si tratta dei caratteri in evidenza sulle etichette che vengono poste sui bagagli al check-in. Un timbro importante: l’indicazione di qual è lo scalo di destinazione di persone e valigie. “Trs”, dunque, non pone dubbi di interpretazione: Ronchi è in provincia di Gorizia, ma il riferimento d’arrivo è il capoluogo della regione. Dal punto di vista tecnico l’aeroporto regionale si chiama già così, lo detta anche l’inquadramento Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile.

 

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Ma, a sentire il cittadino che parte e arriva da e a Ronchi, la struttura ha in realtà un nome geografico, storico, ma non strategico. Lo si chiami aeroporto del Friuli Venezia Giulia, Ronchi dei Legionari o Savorgnan di Brazzà, l’etichetta più recente, non si “buca”. Il codice a tre lettere? Non può fare la differenza, da solo, dal punto di vista comunicativo. Né basta a far venire in Friuli Venezia Giulia turisti che non sanno dov’è Ronchi e nemmeno dove si colloca Trieste, area di riferimento turistico pure sul fronte crocieristico, uno dei business che il nuovo corso dell’Aeroporto Fvg intende sviluppare.

Con queste premesse, tra società e azionista si sta portando avanti il progetto di ridurre il sovrabbondante “Trieste No-Borders Airport Pietro Savorgnan di Brazzà” al più semplice ed efficace “Trieste”. Partendo da “Trs” non si inventa certo niente, ma sta comunque emergendo la volontà di approcciare compagnie e tour operator con un brand più diretto, da rafforzare e veicolare nel migliore dei modi. “Trieste”, appunto, fermo restando che lo scalo rimane comunque dell’intera regione e che i riferimenti al Friuli Venezia Giulia, a Ronchi dei Legionari e al personaggio Savorgnan di Brazzà verranno salvaguardati.

In sostanza, c’è un prodotto da vendere. E, come fosse un’auto di Torino, una crema gianduia contenente cacao e nocciole o un caffè triestino, anche l’aeroporto ha bisogno di un nome semplice che lo identifichi immediatamente. L’“abc” di una ristrutturazione aziendale, è il ragionamento avviato a Ronchi lì dove, dopo la vip lounge arredata Calligaris e arricchita da Illy Caffè, si guarda anche al rifacimento dell’area partenza e degli spazi commerciali, di ristorazione e duty free, alla nuova pista e al polo intermodale. Non a caso, parallelamente al marchio “Trieste”, il cda sta lavorando anche al “wayfinding”, letteralmente “trovare la strada”, vale a dire il sistema di indicazioni interne: dai parcheggi al ristorante, dalla pista ai servizi igienici. È stata aperta una gara, a inizio autunno saranno resi noti i risultati di una rivisitazione grafica che è pensata anche per i portatori di handicap. «Ci stiamo confrontando con la consulta regionale dei disabili», si limita a confermare Marano.

Inizio autunno che è anche il periodo in cui debutterà sul mercato “Trieste”. E pazienza se il Friuli, o almeno qualcuno del Friuli, avrà a che ridire. A Ronchi si è deciso di puntare su “Trieste”, un brand semplice da poter comunicare. A vantaggio dell’intera regione. Nella consapevolezza che un’insegna lunga, troppo lunga, non è facile da pubblicizzare. Tanto più che il codice internazionale fa chiarezza da sempre.

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