Addio al “cavalier” Giuseppe Colotti, il pugliese che diventò l’anima di Opicina

Classe ’37, negli anni ’60 fondò la Polisportiva che guidò fino al 2000. L’impegno politico lo portò in Consiglio comunale
Silvano Trieste 2019-03-30 Polisportiva Opicina
Silvano Trieste 2019-03-30 Polisportiva Opicina



A Opicina era un punto di riferimento. Sempre disponibile, pronto ad ascoltare e a dare una mano, a completamento di una vita spesa nel lavoro, nello sport e nella politica, senza mai dimenticare la famiglia. Trieste piange Giuseppe Colotti, personaggio dalle molte sfaccettature, accomunate dalla generosità e dalla caparbietà dimostrate in ogni frangente. Classe 1937, nativo di Sant’Agata di Puglia, piccolo centro dell’entroterra foggiano, Colotti era approdato negli anni ’60 a Trieste, innamorandosi subito di quella che sarebbe diventata la sua seconda “patria”. Dipendente dapprima della filiale di Campo Marzio della Fiat e poi di Friulia, Colotti aveva subito dato dimostrazione di grande intraprendenza, fondando proprio a metà degli anni ’60 la Polisportiva Opicina, società di cui sarebbe poi stato presidente fino al 2000. All’inizio il sodalizio sportivo fu attivo nell’atletica leggera per poi espandersi anche nel calcio, nel tennis e nel pattinaggio artistico, disciplina nella quale l’istruttrice era Carmela Palumbo, diventata moglie di Colotti nel 1963.

Colotti diede notevole impulso alla polisportiva, battendosi per far crescere gli atleti, per ottenere impianti sportivi e spazi per i giovani.

Nel tempo era maturata in lui anche la volontà di impegnarsi sul piano politico.

E così si era candidato alle amministrative diventando consigliere comunale con la lista civica che faceva e fa tutt’ora capo all’attuale sindaco, Roberto Dipiazza, con il quale ha sempre coltivato un ottimo rapporto personale di amicizia e stima.

Nel tempo, a Trieste, avevano cominciato anche a fioccare i riconoscimenti: il titolo di cavaliere della Repubblica, il conferimento della Stella di bronzo del Coni per meriti sportivi, l’Alloro della Libertas, altra società sportiva di cui era stato presidente per un periodo. Tutto questo, dando sempre grande valore alla famiglia: dal matrimonio erano nel frattempo nati due figli, Rino e Paolo, che hanno fatto diventare nonni la signora Carmela e Giuseppe Colotti per ben sei volte. Con i cinque maschietti e la femminuccia che componevano questa bellissima nidiata, “nonno Colotti” ha trascorso buona parte del tempo negli ultimi anni. Ma senza per questo abbandonare l’impegno nel sociale: non c’era assemblea o pubblico incontro a Opicina, che affrontasse temi d’interesse generale, al quale Giuseppe Colotti non partecipava. Ed emergeva sempre il suo carattere combattivo e leale. «Ci aiutò in diverse occasioni – ha detto ieri Nadia Bellina, presidente del Consorzio Centro in Via “Insieme a Opicina” – dimostrando sempre grande generosità e disponibilità. La sua scomparsa ha colpito l’intera comunità locale».

Soltanto negli ultimi tempi, l’avanzare del male lo aveva costretto ad abbandonare la scena pubblica. «Due anni fa avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico – ha spiegato la stessa signora Carmela – per risolvere un problema intestinale, ma poi i medici decisero di rinunciare. Da quel momento purtroppo – ha aggiunto – le sue condizioni sono peggiorate progressivamente. Ultimamente aveva trascorso un lungo periodo in ospedale. Sembrava che per Pasqua potesse tornare a casa, avevamo preparato una gran festa per lui. Invece pochi giorni fa un ulteriore netto peggioramento gli ha tolto le ultime forze e purtroppo il suo generoso cuore ha ceduto».

I funerali si svolgeranno martedì a Opicina, dove sarà sepolto, ma in forma strettamente riservata, come prevedono le attuali norme sul coronavirus.—



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